Mercati Asiatici – Bene Tokyo (+0,7%) con lo yen, frena ancora la Cina

Le Borse asiatiche si muovono contrastate in scia alla chiusura a due velocità di Wall Street, con il Nasdaq in particolare evidenza.

I listini sono frenati dall’escalation delle tensioni commerciali Usa-Cina, ma ad ora non sembrerebbero esserci novità dell’ultim’ora da entrambe le parti.  E’ bene comunque  restare vigili, in quanto possibili colpi di scena potrebbero manifestarsi da un momento all’altro.

Si ricorda che ad inizio settimana il presidente americano, Donald Trump, ha dichiarato che se il Paese del Dragone intendesse reagire nuovamente alle nuove imposizioni a stelle e strisce del 10% su 200 miliardi di importazioni cinesi, gli States avanzeranno un’ulteriore contromossa di dazi su altri prodotti per 200 miliardi di dollari, con il totale che salirebbe quindi a 450 miliardi di dollari, inclusi i primi 50 miliardi annunciati quasi una settimana fa.

Tutto questo dopo che era arrivata la prima risposta di Pechino all’iniziale minaccia di dazi aggiuntivi da parte americana.

In Giappone, il Nikkei guadagna lo 0,7% attestandosi a 22.715,66 punti in prossimità della chiusura. Andamento analogo anche per il più ampio indice Topix (+0,1%) a 1.753,75 punti. I listini sono supportati anche dal deprezzamento dello yen sul dollaro, con il cambio che sale a 110,6 (ieri era a 110,2).

A livello monetario, resta la preoccupazione dei membri del board della BoJ in merito ai continui riferimenti alla tempistica della politica monetaria che avrebbe potuto rendere difficoltosa la comunicazione con il mercato.

Al riguardo, si ricorda che nel vertice di aprile, sorprendentemente, la BoJ ha mantenuto invariati sia i tassi sia la politica monetaria, ma non ha indicato alcun riferimento temporale per il raggiungimento del target inflazionistico, seguendo la liena proposta da alcuni membri secondo cui gli investitori sono soliti collegare temporali ai cambiamenti nella politica monetaria.

Sulle Borse della Cina continentale prevalgono le vendite dopo il timido rimbalzo di ieri, con Shanghai e Shenzhen che lasciano sul terreno rispettivamente lo 0,3% e l’1,1 per cento. In rosso anche la piazza di Hong Kong (-0,8%).

A livello monetario, si segnala che la banca centrale cinese ha immesso nel sistema finanziario 200 miliardi di yuan tramite i suoi strumenti di prestito a medio terminae, giustificando la mossa con i possibili impatti sulla liquidità che potrebbero nascere dalla potenziale “guerra” commerciale con gli Usa.

A livello geopolitico, si segnala la visita del leader nordcoreano, Kim Jong-Un, a Pechino, dove ha incontrato il presidente cinese, Xi Jinping.

Gli ultimi aggiornamenti riportano di un secondo incontro tenutosi ieri tra i due capi di Stato, durante il quale avrebbero discusso delle misure per rafforzare la cooperazione strategica tra i due Paesi asiatici.

Invece, nel primo vertice Kim e Xi si sono focalizzati sullo storico incontro con il presidente americano, Donald Trump, e scambiato opininioni su diverse questioni, tra cui la denuclearizzazione della penisola coreana.

Durante l’incontro Kim ha promesso a Xi di cooperare con i rappresentanti cinesi per garantire “la vera pace” nel processo di “apertura di un nuovo futuro” nella penisola coreana.

Invece, Xi Jinping ha sottolineato che “con gli sforzi congiunti di Cina e Corea del Nord, la nostra relazione possa sicuramente avvantaggiare sia i paesi che entrambi i popoli” assicurando la pace e la stabilità nella penisola coreana.

Nel frattempo, gli Stati Uniti avrebbero individuato un primo sito nucleare nordcoreano da distruggere nell’ambito del processo che porterà alla denuclearizzazione del Paese asiatico, cioè quello di Sohae Satellite Launching Ground.

Le altre Borse, dove sono ancora aperte le contrattazioni, alle 08:10 ora italiana viaggiano in direzioni opposte.

L’indice Msci Asia Pacific cede lo 0,3%, mentre l’oro tratta a 1.265,53 dollari l’oncia.