Obbligazioni – Si riaccende il timore dell’euroscetticismo

In molti si chiedono se sia bastata la nomina a presidenti della Commissione Finanze del Senato e a quella Bilancio alla Camera di due esponenti dalle note posizioni euroscettiche per riaccendere la tensione sui rendimenti dei Btp.

Un casus belli forse, ma poiché la correzione ha interessato tutta la linea dei Paesi periferici, è probabile che l’Italia faccia in questo momento da apripista nel catalizzare i problemi e le contraddizioni europee.

Anche la conclusione definitiva del negoziato con l’Eurogruppo che permette alla Grecia di riottenere la propria sovranità finanziaria con l’erogazione di una nuova tranche di aiuti di 15 miliardi da parte dell’UE e soprattutto il taglio definitivo del debito, non precisamente gradito alla Germania, è una notizia di possibile doppia lettura: esito felice è un buon avvenimento che però ricorda bene il costo elevato pagato da tutti per mantenere lo
status quo dell’Unione.

Sul fronte economico internazionale poi, i richiami dei banchieri centrali ai rischi dell’esacerbarsi di una guerra commerciale incomincia a diventare una costante quando, fino a non molto tempo fa, la posizione sembrava più distaccata.

La vigilia del week end potrebbe vedere tanto il proseguimento della correzione quanto il suo esatto opposto, a seconda che chi è più attivo sui mercati voglia incrementare la scommessa o, più prudentemente visto l’atteso vertice Opec, realizzare la vincita.