Media – Il Decreto Dignità pesa sul fatturato pubblicitario delle media company

Il consiglio dei ministri ha approvato il Decreto Dignità. Un provvedimento che tocca diversi argomenti, tra cui il divieto degli spot delle scommesse  .

Le norme introdotte fin dalla prima bozza del decreto stabiliscono il divieto assoluto di pubblicità diretta e indiretta su qualsiasi forma di gioco e scommessa che preveda vincite in denaro. Sarà così vietata qualsiasi forma di pubblicità su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e internet.

Dal 1° gennaio 2019, il divieto si applicherà anche alle sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni programmi, prodotti o servizi e a tutte le altre forme di comunicazione a contenuto promozionale.

La violazione di suddette norme comporterà l’applicazione di sanzioni, commisurate al 5% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità e in ogni caso non inferiori, per ogni violazione, ad un importo minimo di 50mila euro. I proventi delle sanzioni saranno destinati al fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico. Rimangono salvi solo i contratti pubblicitari attualmente in vigore.

L’entrata in vigore del nuovo decreto comporterà però per le società del settore media importanti tagli sul fatturato. Secondo un report di Gaming Report, nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2017 gli operatori di gioco d’azzardo hanno speso circa 46 milioni in campagne pubblicitarie, in aumento dell’1,8% rispetto al 2016.

La maggior parte della spesa riguarda gli sport televisivi, con un ammontare di 39,4 milioni (+3,8%). Notevole il rialzo della percentuale della radio, che passa da 204mila euro a 2 milioni nel 2017, un incremento del 900% rispetto al pari periodo dell’anno precedente,  proventi comunque molto meno importanti rispetto alla televisione, mentre la pubblicità sui giornali si è attestata a 1,5 milioni e a 350mila euro quella sui periodici.