Obbligazioni – Prezzi alla produzione incoraggianti spingono al ribasso il T-bond

Nel pomeriggio Wall Street si avvia ad aprire le negoziazioni in territorio negativo, con i futures sui principali indici Usa che si muovono in frazionale ribasso.

L’attenzione Oltreoceano è rivolta principalmente all’agenda macro, da cui si apprende che i prezzi alla produzione dell’industria americana nel mese di giugno sono aumentati leggermente sopra le attese di mercato.

A tenere banco, inoltre, sono sempre le diatribe commerciali sull’asse Washington-Pechino. Gli ultimi aggiornamenti riportano che l’amministrazione Trump ha minacciato l’introduzione di ulteriori dazi del 10% su altri import cinesi per complessivi 200 miliardi di dollari, che potrebbero essere effettivi dopo il 30 agosto al termine di un periodo di pubbliche
consultazioni.

Sul fronte geopolitico, in attesa del meeting della Nato a Bruxelles il presidente americano, Donald Trump, non ha di certo posto le basi per un clima amichevole tra i vari Paesi membri. In particolare, l’inquilino della Casa Bianca ha esortato questi ultimi ad offrire un maggiore contributo per l’alleanza atlantica, visto che gli States si accollano quote eccessive rispetto a loro.

Il rendimento del T-bond scende al 2,85%, con il biglietto verde che arretra sulla moneta unica, portando il cambio euro/dollaro leggermente sopra 1,17.

Muovendoci nel Vecchio Continente, le principali piazze europee si tingono di rosso a causa delle nuove manovre commerciali di Washington e restano vigili in attesa di novità da Bruxelles e Innsbruck.

Lo spread sui decennali Italia-Germania si allarga di un modesto centesimo dai 237 pb di ieri. Lungo la curva restano immobili i rendimenti dei Btp e dei Bund.