Invesco – L’opinione di Lewis Johnson sui mercati internazionali

L’attuale fase di mercato, che spaventa molti investitori per l’aumento della volatilità, può rappresentare invece un’opportunità per gli investitori che sanno cogliere nelle pieghe dei cambiamenti strutturali legati al cambio delle politiche monetarie negli Stati Uniti e in Europa per trovare le migliori occasioni. È questa l’opinione di Lewis Aubrey Johnson, responsabile prodotti Fixed Income di Invesco.

Un fondo completamente flessibile che può spaziare i propri investimenti dalle azioni, fino a un massimo del 40% del portafoglio, a ogni tipo di obbligazioni. Dai tranquilli titoli di Stato o bond corporate investment grade, per arrivare a titoli più speculativi high yield, di Paesi emergenti o asset-backed securities (ABS).  Il tutto per generare una crescita degli asset che mira a garantire agli investitori una cedola che possa rispecchiare le attitudini di investimento di chi è interessato a un rendimento nel tempo oltre che alla crescita del patrimonio.

Per questo tipo di prodotto, che rientra nelle linee di gestione proposte da Banca Generali tramite la Sicav Lux Im, Invesco ha affidato il portafoglio a tre veterani dell’asset management. Paul Read e Paul Causer per la parte obbligazionaria – entrambi responsabili del team di gestione Fixed Interest di Invesco basato a Henley – e Nick Mustoe, responsabile per il segmento azionario di Invesco basato a Henley.

Il fondo, denominato Invesco Global Income Opportunities, è stato lanciato il 17 aprile 2018, un periodo di grande volatilità per i mercati, ed è stato gradualmente investito, man mano che si presentavano opportunità di acquisto. La costruzione del portafoglio sta avvenendo in maniera progressiva per cercare di cogliere il timing giusto in un momento in cui proseguono le forti oscillazioni dei mercati. Market Insight ha chiesto a Lewis Aubrey Johnson (responsabile Invesco per i prodotti Fixed Income) quali sono le sue previsioni sui mercati.

Lo scenario dei mercati appare piuttosto complicato tra guerre commerciali date dalle politiche difensive sui dazi lanciate dagli Stati Uniti, il cammino di rialzo dei tassi indicato dalla Fed e la fine del Quantitative easing annunciata dalla Bce. Come vede le prospettive per i mercati?

Lewis Aubrey Johnson

La data di lancio del fondo cade in un periodo interessante del ciclo, proprio nel momento in cui le politiche monetarie stanno diventando più restrittive sia negli Stati Uniti sia in Europa. E così dopo molti anni di politiche altamente espansive, i mercati debbono aggiustarsi alla stretta di liquidità e al ritorno del risk free rate (tasso ottenuto su un investimento caratterizzato da assenza di incertezza associata ai flussi di cassa prodotti).

È difficile che questo processo avvenga senza scossoni. Secondo noi, quello che rende più interessante la sfida in questa situazione di riallineamento delle aspettative sono le valutazioni dei mercati. I rendimenti sono ancora bassi rispetto ai valori storici e lo scenario di yield che salgono in modo molto graduale manterrà i ritorni del reddito fisso a livelli relativamente modesti.

Alla luce delle attese sui mercati come avete definito la vostra attuale asset allocation?

Viste le nostre aspettative sui mercati non abbiamo impostato il portafoglio in modo aggressivo, né dal punto di vista del bilanciamento del peso delle azioni rispetto ai titoli obbligazionari né per quanto riguarda la scelta all’interno della componente obbligazionaria.

In termini di scelte di portafoglio come avete tradotto in pratica la vostra strategia?

In primo luogo abbiamo una parte di liquidità e il nostro target è attorno al 12%. Inoltre, il nostro obiettivo per quanto riguarda i titoli di Stato è attualmente del 15%. Questo significa avere una componente pari a circa il 27% del portafoglio con un rischio di credito effettivo pari a zero.

Su questa fetta di portafoglio in bond governativi non siamo esposti al rischio di duration, per cui ci aspettiamo che questa componente darà effetti modesti. La quota di portafoglio potrà essere ridotta quando i prezzi degli asset diventeranno più interessanti.

E per quanto riguarda la componente di bond corporate quanto avete investito in questa fase?

La nostra strategia sul fronte del mercato del credito prevede anche in questo caso di non assumere troppi rischi. La nostra esposizione verso titoli high yield di gruppi industriali è limitata al 13% del fondo, una componente ben diversificata all’interno di diversi settori. Attualmente, il rating dei titoli su cui abbiamo puntato è nella categoria B o BB. I bond CCC, invece, contano per meno di 50 punti base del fondo.

In questa fase il mercato degli high yield ha mostrato sicurezza grazie alla mancanza di rischi di default e al clima operativo generalmente positivo. Tuttavia non vogliamo esporci troppo assumendo rischi eccessivi, dato che i rendimenti rispecchiano al momento questo contesto favorevole.

Il settore finanziario offre potenziali opportunità in questa fase?

Riteniamo di sì tant’è che l’unico settore verso cui abbiamo una esposizione al rischio di credito un po’ più pronunciato sul fondo è il finanziario. La ragione è da ricercare nel fatto che i titoli del settore finanziario offrono solitamente rendimenti leggermente superiori alla media, ma anche al fatto che le banche stanno facendo progressi a livello di merito di credito. Il nostro target iniziale di peso di questo comparto è di circa il 15%.

E sulle azioni qual è la vostra esposizione nell’attuale contesto?

Il nostro target di asset allocation attuale è il 18%, una quota appena al di sotto della metà di quanto consentito dalla tipologia di fondo che prevede la possibilità di investire sui mercati azionari una quota compresa tra lo zero e il 40% del portafoglio.

Da una parte riteniamo che le valutazioni delle azioni siano attualmente un po’ più interessanti rispetto a quelle che troviamo nel comparto del reddito fisso e pensiamo che, con uno scenario macroeconomico in buona salute, possiamo permetterci di avere una certa esposizione. D’altro canto preferiamo non aumentare l’esposizione ai livelli massimi consentiti perché pensiamo che i mercati azionari non saranno immuni dagli effetti del rialzo dei tassi.

Vede dei rischi all’orizzonte?

A nostro avviso, il comparto azionario potrà offrire ritorni contenuti, inoltre una costante politica monetaria più restrittiva alla lunga potrebbe mettere un freno a ritorni più interessanti sul comparto azionario.

Tuttavia non è uno scenario che ci preoccupa per la performance del fondo data l’ampia flessibilità del mandato che ci permette di spaziare nelle scelte di gestione e muoverci in maniera opportunistica aumentando il livello di liquidità per attendere il timing più opportuno per investire nei momenti di debolezza.