Obbligazioni – Il T-bond si riavvicina a quota 2,90%

In un clima generale complessivamente tranquillo, con una volatilità delle Borse che si è riportata su livelli contenuti e tassi d’interesse che hanno ritrovato livelli di equilibrio stabile, si può notare il movimento di lento recupero del rendimento del T-bond a dieci anni verso il livello del 2,90 per cento.

Se si pensa che solo tre mesi fa veniva proiettato verso una figura intera più elevata, è poca cosa, ma contestualizzato alla politica monetaria della Fed appare un dato più significativo.

Questo specie se letto in congiunzione con il rendimento del bond a breve termine, il cui movimento al rialzo è più veloce e ha portato lo spread 10-2 al livello minimo di 24 centesimi da dieci anni a questa parte.

Il rialzo dei tassi portato avanti da Jerome Powell quindi si scarica prevalentemente sul tratto a breve e aiuta a rafforzare il cambio del dollaro, che anche stamane si posiziona nella fascia bassa di 1,16 contro euro, e assicura gli investitori sull’efficacia della manovra di pilotaggio della Fed mantenendo immacolato il fascino dell’investimento sicuro per eccellenza del “decennale made in Usa”.

In Europa, in assenza di dati macro, i mercati obbligazionari si mantengono nel solco con oscillazioni ancora una volta poco significative (con l’eccezione del Btp a breve che recupera ancora una manciata di centesimi) e così pure i corporate high-yield che beneficiano, nel complesso, della rarefazione degli scambi e della stabilità dell’azionario.