UBS Asset Management – L’opinione del gestore Fabrice Foy su come costruire un portafoglio che tenga sotto controllo i rischi

Un approccio sistematico che si basa su un motore quantitativo per l’analisi dati allo scopo di definire l’asset al location del portafoglio, con l’obiettivo di ottenere una gestione prudente in grado di mitigare i rischi dei mercati. È questo il metodo seguito da Fabrice Foy, quantitative portfolio manager di UBS Asset Management e gestore della Sicav lussemburghese LUXIM-UBS Active Defender a cui Market Insight ha chiesto di spiegare come avvengono le proprie scelte di investimento.

Obiettivo: mitigazione del rischio. In un momento economico in cui la maggior parte degli analisti e dei gestori prevede un incremento della volatilità e dell’incertezza per i mercati finanziari, riuscire a proteggere il proprio capitale in un’ottica di stabilità di lungo periodo diventa molto importante.

L’attuale scenario economico presenta diversi elementi che apportano notevole instabilità, a iniziare dai timori sulle conseguenze delle nuove tematiche protezionistiche, proseguendo sul fronte dei tassi con la fine dell’epoca caratterizzata dalle politiche accomodanti delle banche centrali che richiede nuovi adattamenti da parte dei mercati i quali non sempre avvengono lungo traiettorie lineari.

In questo scenario, uno degli approcci per attenuare i rischi è supportato dalla potenza di calcolo degli attuali computer che permettono una lettura dinamica e in continuo aggiornamento dei fattori che influenzano l’andamento dei mercati. Proprio seguendo questa filosofia UBS ha messo a punto un motore quantitativo adattivo che attua il processo di investimento basando l’asset allocation sull’analisi dei big data, inserendo nel modello non solo le variabili legate a rischi oggettivi (tra cui rischio default, tasso, cambio e controparte) ma anche quelli soggettivi (valutazioni errate sul posizionamento, emotività). Uno degli elementi che viene infatti analizzato è la posizione dei migliori competitor in termini di asset allocation, un fattore che permette di mitigare le distorsioni derivanti da decisioni soggettive.

L’idea di fondo è che la variabile chiave che determina la performance di un portafoglio sia l’asset allocation, che definisce la struttura del portafoglio di lungo periodo, mentre nel breve vengono assunte posizioni tattiche. Secondo uno studio di UBS, infatti, le scelte di ripartizione del portafoglio determinano il 92% del risultato in termini di perfomance, mentre il timing e la stock selection contano rispettivamente per il 2%.

Market Insight ha chiesto a Fabrice Foy, quantitative portfolio manager di UBS Asset Management e gestore della Sicav lussemburghese LUXIM-UBS Active Defender quali sono le linee guida e le prospettive per questo tipo di metodologia di gestione.

Quali sono i principali driver di performance per il fondo?

Fabrice Foy

Il processo di investimento del fondo di Banca Generali LUX IM-UBS Active Defender si basa su un motore quantitativo in grado definire l’asset allocation e di adeguare la gestione del portafoglio in maniera dinamica al contesto di mercato, affiancando big data ad analisi quantitativa e qualitativa.

Il fondo ha tre principali driver di performance. In primo luogo l’asset allocation strategica. Si tratta di un’allocazione di portafoglio basata su un’analisi multifattoriale eseguita da un motore quantitativo che combina contemporaneamente dati finanziari, di mercato e di posizionamento dei migliori gestori multi-asset.

In secondo luogo si procede all’asset allocation tattica: monitoriamo i mercati per portare degli aggiustamenti al portafoglio al fine di cogliere eventuali opportunità di breve periodo. In questo modo riusciamo a rispondere repentinamente agli avvenimenti sui mercati, proteggendo il fondo da rischi indesiderati ed evitando eccessivo momentum su singole asset class.

Infine riteniamo strategica l’implementazione efficiente delle strategie. Durante la fase di implementazione siamo fortemente focalizzati sull’efficienza in termini di costi. Per tale ragione, usiamo tutte le capability che il gruppo UBS ci mette a disposizione tra cui: strumenti passivi, ETF e derivati. La selezione degli strumenti si basa su un’architettura aperta in termini di strumenti.

Qual è l’asset allocation strategica del fondo nell’attuale contesto?

L’asset allocation di riferimento nel lungo periodo è del 25% sul mercato azionario globale e del 75% su quello obbligazionario globale, con una particolare propensione sull’area Euro in modo da riflettere al meglio il punto di vista dell’investitore europeo per quanto riguarda il reddito fisso.

Attualmente, il fondo mantiene una leggera sottoesposizione al mercato azionario globale, il cui peso è vicino al 20%, mentre la parte restante è investita in strumenti obbligazionari e di mercato monetario.

Quali sono i principali fattori che influenzano le vostre scelte di allocazione? I pesi rimangono costanti o variano in base alle condizioni di mercato?

Il fondo LUX IM-UBS Active Defender segue un approccio di investimento innovativo nella definizione dell’asset allocation strategica di lungo periodo. Oltre alle valutazioni su dati economici e finanziari infatti, abbiamo integrato l’analisi sul posizionamento dei fondi migliori della categoria all’interno del processo di investimento. Si tratta di un elemento distintivo che serve a mitigare il “rischio gestore” e ad incorporare nel processo di investimento non soltanto la nostra view, ma anche quella dei migliori gestori multi-asset presenti sul mercato.

In una prima fase viene eseguita una holding based analysis, dove analizziamo le allocazioni dei migliori fondi della categoria. Nella seconda fase viene effettuata la return based analysis. Si tratta di un’analisi multifattoriale che permette di determinare la sensitività di ciascuno dei fondi top performing ai diversi parametri.

Quali sono gli aggiustamenti tattici fatti successivamente?

Dal lancio (aprile 2018) non sono stati fatti aggiustamenti tattici. Sebbene non ci siano stati cambiamenti sostanziali, continuiamo a monitorare gli sviluppi legati ai rischi geopolitici, in particolare modo in Europa.

Quali sono gli strumenti usati per implementare la strategia nel corrente contesto di mercato?

L’obiettivo è un’implementazione il più efficiente possibile. Investiamo in strumenti di investimento passivi come index funds, ETFs e derivati. I risparmi generati da un’implementazione efficiente in termini di costo rappresentano una componente di rendimento di cui beneficiano gli investitori.

Le incertezze sul mercato italiano vi hanno portato a riconsiderare i pesi su questo Paese?

Il nostro sistema quantitativo non ha segnalato grossi cambiamenti: non abbiamo pertanto ritenuto opportuno cambiare la nostra allocazione. Tuttavia, continuiamo a monitorare la situazione e siamo pronti a intraprendere misure correttive qualora la situazione lo richiedesse.

Quali considerate siano i maggiori rischi e le migliori opportunità di investimento per i prossimi mesi?

Abbiamo una view positiva sui mercati azionari globali poiché la domanda aggregata è superiore al trend e le valutazioni sono molto attrattive dopo l’incremento degli earning. Storicamente abbiamo visto che quando i rendimenti reali a 10 anni superavano la crescita del PIL reale i mercati azionari subivano un rallentamento. Anche sul mercato statunitense, dove c’è stato il maggiore rialzo dei rendimenti, siamo lontani da condizioni finanziarie restrittive.

Nonostante ciò, siamo consapevoli di un aumento della correlazione tra il mercato azionario e obbligazionario governativo. L’inflazione e i tassi di interesse sono aumentati a livello globale e riteniamo ci sia ancora spazio per ulteriore crescita, valutiamo probabile un moderato e sostenibile incremento della volatilità per tutte le asset class rispetto al 2017.