Mercati – Crisi Turchia e spread frenano le banche, Milano chiude a -0,6%

Il Ftse Mib chiude in flessione dello 0,6% a 20.969 punti, penalizzato soprattutto dalle vendite sul settore bancario in scia alla crisi turca e alla risalita dello spread Btp-Bund di circa 11 bp in area 2775 punti base.

Sottotono anche l’Ibex 35 di Madrid (-0,6%), appesantito dal comparto creditizio come il listino milanese. Deboli pure il Dax di Francoforte (-0,5%) e il Ftse 100 di Londra (-0,3%), flat il Cac 40 di Parigi. A Wall Street gli indici americani viaggiano poco sotto la parità dopo un avvio incoraggiante.

Anche quest’oggi l’attenzione si è concentrata prevalentemente sulla situazione in Turchia, che preoccupa soprattutto gli istituti di credito europei esposti verso le imprese del Paese mediorientale. La Banca centrale turca ha annunciato l’immissione di liquidità per circa 10 miliardi di lire nel sistema bancario, attraverso la riduzione dei coefficienti di riserva obbligatori sia in lira che in valuta estera, oltre ad un piano d’azione destinato alle banche e all’economia reale al fine di rassicurare gli investitori dopo il crollo della lira turca.

Il cambio USD/TRY è salito in mattinata fino a quota 7 e viaggia ora in area 6,95, con ripercussioni anche sulle valute di altri Paesi emergenti come il rand sudafricano, ai minimi da giugno 2016. Debole reazione dell’euro, che si riporta appena al di sopra di 1,14 dollari mentre lo yen, a 110,7 nei confronti del biglietto verde, mantiene le posizioni di forza guadagnate grazie al suo status di valuta rifugio.

L’avversione al rischio alimenta gli acquisti sui titoli di Stato dei Paesi ritenuti più solidi permettendo al rendimento del Treasury statunitense di restare in area 2,87% e al Bund tedesco di assestarsi a 31 centesimi. Discorso inverso per il Btp italiano, che risale al 3,09% dilatando lo spread dal benchmark tedesco di oltre 11 bp a 277 punti base, condizionato anche dai timori per un possibile attacco speculativo al governo nonostante le rassicurazioni del vicepremier Di Maio.

Tra le materie prime flettono le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente a 67,3 e 72,5 dollari al barile, mentre l’oro scivola sotto i 1.200 dollari l’oncia appesantito anche dal rafforzamento del biglietto verde.

A Piazza Affari le vendite investono il comparto bancario, con BANCO BPM (-3%), UBI (-2,9%), UNICREDIT (-2,6%), BPER (-2,5%), MEDIOBANCA (-2%) e INTESA (-1,7%) in fondo al Ftse Mib, insieme a LEONARDO (-2,7%) che ha attività in Turchia.

In controtendenza MONCLER (+2,7%), AZIMUT (+2,4%) e UNIPOL (+2,3%), le migliori tra le blu chip.