Obbligazioni – Volatilità contenuta e pochi spunti

Con l’eccezione di quello italiano, dove prosegue robusto il recupero del terreno perduto da prima dell’estate in poi, i mercati finanziari segnano il passo e riducono la volatilità con andamenti oscillatori che si mediano di giorno in giorno.

I temi sul tavolo sono sempre gli stessi: guerra commerciale, politica monetaria, Brexit, ma le novità sono relative e l’ordine di priorità si inverte in funzione dell’eco che la stampa decide di dare.

Talvolta emergono delle situazioni inattese (la crisi turca, quella argentina solo per fare due esempi) che prendono la scena per qualche giorno, ma ritornano sotto la superficie quasi come le alluvioni estive, tanto dannose per chi le subisce quanto labili nella memoria di chi le vede per televisione.

Si riparla quindi di Brexit alla luce dell’individuazione di una soluzione in due mesi al massimo stando alle parole del commissario europeo Michel Barnier, mentre le riunioni di giovedì della Bce e della Bank of England restano sottotraccia, in quanto classificate come di routine.

Non sfugge ai più attenti la notizia riportata dal Wall Street Journal di un possibile incontro triangolare Usa, Uk e Francia per decidere un’eventuale azione militare congiunta in Siria, ma lo scacchiere geopolitico, lo si dice da tempo, non riceve grande attenzione dalle piazze finanziarie.

In rapida successione: i mercati obbligazionari vedono anche oggi una progressiva discesa dei rendimenti dei Btp nella stasi dell’andamento dei titoli governativi principali (T-bond incluso). Gli spread high-yield che avevano accennato un piccolo sussulto, rientrano nelle righe e così pure il dollaro e il franco svizzero che si riportano rispettivamente a 1,1640 e
1,1340 contro euro.

Borse e futures restano guardinghi.