Carige – La Consob impone a Mincione di integrare prospetto per assemblea

La Consob ha richiesto a Pop 12, la società che fa capo al finanziere Raffaele Mincione, un’integrazione del prospetto informativo pubblicato il 5 settembre relativo alle sollecitazioni delle deleghe di voto per il rinnovo del cda che sarà votato dall’assemblea della banca in calendario per giovedì 20 settembre. Nel dettaglio, l’autorità per il controllo dei mercati ha comunicato che nel documento dovranno essere incluse le informazioni relative al patto parasociale siglato tra Mincione, Gabriele Volpi e Aldo Spinelli sul 15,198% del capitale. Il prospetto con i dettagli dell’accordo evidenziati in rosso è stato pubblicato il 16 settembre.

L’integrazione precisa che: “I sottoscrittori si sono impegnati a proporre congiuntamente nel corso dell’assemblea che il numero dei membri del nuovo Cda di Carige, da eleggere all’assemblea stessa, venga determinato in 15 e a votare, con le rispettive azioni sindacate, in favore di tale proposta e a votare con le relative azioni sindacate in favore della lista presentata da Pop 12 di dodici candidati per la elezione dei membri del cda.

I sottoscrittori si sono impegnati per la durata del medesimo, a non stipulare o comunque a partecipare ad altri patti o accordi di qualsivoglia natura che comportino obblighi in conflitto con quelli convenuti. Il patto rimarrà in vigore fin quando non saranno stati deliberati nell’assemblea gli argomenti all’ordine del giorno”.

Nel prospetto sono state inoltre incluse le informazioni relative al ricorso ex art. 700 della Malacalza Investimenti dinanzi al Tribunale di Genova per richiedere un provvedimento che inibisca l’ammissione all’assemblea della lista di candidati presentata da Pop 12 e non consenta il voto da parte dei pattisti.

Una richiesta legata alla presunta violazione della disciplina bancaria in materia di autorizzazioni agli acquisti di concerto di partecipazioni che comportino la possibilità di esercizio di influenza notevole sulla banca o attribuiscano una quota dei diritti di voto almeno pari al 10 per cento.

Infine, è posta in risalto anche l’integrazione con la richiesta di Bankitalia dell’autorizzazione al voto da parte del patto che vincola una quota di titoli superiori al 10 per cento.