Mercati Asiatici – Tonica Tokyo (+1,6%), tiene Shanghai (+0,2%) dopo dazi Usa

Le Borse asiatiche si muovono prevalentemente al ribasso, in scia alla seduta debole di Wall Street dopo l’inasprirsi delle tensioni commerciali con la Cina.

Gli ultimi aggiornamenti riportano che ieri, dopo la fine delle contrattazioni, il presidente statunitense, Donald Trump, ha dato l’ok a introdurre imposizioni fiscali del 10% (rispetto al 25% inizialmente stabilito) contro Pechino su beni per 200 miliardi di dollari. L’efficacia delle nuove tariffe doganali inizierà il 24 settembre per poi salire al 25% a inizio 2019.

Trump ha poi dichiarato che, se la Cina intraprenderà azioni di rappresaglia contro gli agricoltori o le industrie statunitensi, “seguiremo immediatamente la terza fase, che è di circa 267 miliardi di dollari di importazioni aggiuntive”.

Pechino, dal canto suo, non intende giocare sulla difensiva in questa guerra commerciale e il concetto è stato ribadito dal portavoce del ministero degli Esteri cinese, Geng Shuang, il quale ha sottolineato che il Paese del Dragone “prenderà le misure necessarie” per rispondere alla nuova offensiva a stelle e strisce.

Nel week end l’ex ministro delle Finanze cinesi, Lou Jiwei, ha dichiarato che Pechino potrebbe limitare l’esportazione di beni, materie prime e componenti essenziali alle catene di approvvigionamento manifatturiere statunitensi.

A fronte delle nuova offensiva a stelle e strisce, non è del tutto scontato che la Cina partecipi ai negoziati di fine mese con gli States per raggiungere un accordo commerciale comune. I maggiori consiglieri economici del governo del Paese del Dragone si riuniranno oggi per decidere come rispondere. Il vertice sarà capitanato dal vice premier Liu He, il quale ha rimandato l’invio a Washington di una delegazione da lui guidata per riprendere i dialoghi.

In Giappone, il Nikkei guadagna l’1,6% in prossimità della chiusura dopo la pausa festiva di ieri. Andamento analogo anche il più ampio indice Topix (+2%). I listini sono sostenuti anche dal lieve deprezzamento dello yen sul dollaro, con il cambio che scende a quota 111,9 (ieri era 112).

A livello monetario, il ministro delle Finanze giapponese, Taro Aso, ha dichiarato che la banca centrale perseguirà una politica appropriata per raggiungere l’obiettivo di stabilità dei prezzi del 2%, che a suo avviso richiederà molto tempo per essere raggiunto.

Sulla questione è intervenuto il primo ministro, Shinzo Abe, il quale prima del week end aveva suggerito di preparare un’uscita dal programma di stimolo radicale nei prossimi anni.

Reggono le Borse della Cina continentale, con Shanghai a +0,2% e Shenzhen a +0,1 per cento. In controtendenza la piazza di Hong Kong (-0,6%).

Sul fronte geopolitico, il presidente della Corea del Sud, Moon Jae-in, si è recato a Pyongyang per tenere il suo terzo summit con il leader nordcoreano, Kim Jong-Un per discutere ancora una volta della questione nucleare tra Pyongyang e Washington.

Secondo rumor di stampa, domani i due leader hanno in programma un secondo round di colloqui ufficiali dopo il quale si prevede una dichiarazione congiunta e un patto militare separato per disinnescare le tensioni e prevenire scontri armati.

Trump avrebbe chiesto a Moon di porsi come mediatore tra gli States e la Corea del Nord. Al riguardo, prima di partire, il leader sudcoreano ha dichiarato che “Se il dialogo Corea del Nord-Stati Uniti è riavviato dopo questa visita, sarebbe molto significato in sé”.

Inoltre, Moon ha sottolineato che “Mi piacerebbe avere un sincero dialogo con il presidente Kim su come trovare un punto di contatto tra le richieste degli Stati Uniti di denuclearizzazione e le richieste della Corea del Nord di porre fine alle relazioni ostili e alle garanzie di sicurezza”.

Le altre Borse, dove sono ancora aperte le contrattazioni, poco dopo le 8:00 ora italiana viaggiano quasi tutte al ribasso.

L’indice Msci Asia Pacific lascia sul terreno lo 0,3%, mentre l’oro tratta a 1.198,32 dollari
l’oncia.