Mercati Asiatici – Seduta tonica per Tokyo (+1,3%), rimbalza Shanghai (+1,2%)

Le Borse asiatiche viaggiano in rialzo, in scia alla seduta positiva di Wall Street nonostante l’escalation delle tensioni commerciali con la Cina, con i mercati che aveva già scontato l’introduzione di nuovi dazi.

Gli ultimi aggiornamenti riportano della risposta di Pechino all’offensiva a stelle e strisce con dazi del 10% su beni statunitensi per 60 miliardi di dollari.

Il ministero del Commercio cinese ha motivato la contromossa cinese spiegando che è stata eseguita “al fine di proteggere i suoi legittimi diritti e interessi, così come l’ordine globale di libero scambio”.

Le nuove tariffe doganali entreranno in vigore a partire dal prossimo 24 settembre, data in cui saranno efficaci anche le imposizioni commerciali di Washington del 10% sui beni made in China per 200 miliardi di dollari. Le misure protezionistiche a stelle e strisce saliranno al 25% a inizio 2019.

Si ricorda che ad inizio settimana il presidente americano, Donald Trump, aveva minacciato l’introduzione di nuovi dazi per circa 267 miliardi di dollari su importazioni da Pechino, qualora la Cina avesse intrapreso azioni di rappresaglia contro gli agricoltori o le industrie statunitensi.

Sul fronte cinese il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang, ha dichiarato che le mosse degli Stati Uniti hanno portato “nuova incertezza” ai colloqui tra le due superpotenze. Al riguardo, alcuni rumor di stampa hanno riportato l’elevata probabilità che la Cina non invii una delegazione a Washington per partecipare ai negoziati di fine mese volti a conseguire un accordo commerciale comune.

Geng ha poi aggiunto che “la Cina ha sempre sottolineato che l’unico modo corretto per risolvere la questione commerciale con gli Stati Uniti è tramite colloqui e consultazioni svolti su base equa, sincera e reciprocamente rispettosa. Ma in questo momento, tutto ciò che gli Stati Uniti non danno l’impressione di sincerità o benevolenza”.

Il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, ha affermato che la questione potrebbe essere discussa in un faccia a faccia tra Trump e il presidente cinese, Xi Jinping, in occasione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite in programma tra il 30 novembre e il 1° dicembre.

Si segnala che il premier cinese, Li Kequiang, ha ribadito che Pechino non intende effettuare svalutazioni competitive dello yuan.

In Giappone, il Nikkei guadagna l’1,3% in prossimità della chiusura. Andamento analogo anche il più ampio indice Topix (+1,5%). I listini sono sostenuti anche dal lieve apprezzamento dello yen sul dollaro, con il cambio che sale a quota 112,3 (ieri era 111,9).

Sulle suddette vicende, i politici giapponesi hanno sollecitato una soluzione anticipata all’escalation della guerra commerciale tra le due superpoteze e hanno messo in guardia contro il potenziale danno arrecabile alla crescita globale.

Il ministro dell’economia giapponese, Toshimitsu Motegi, ha riferito ai giornalisti dopo una riunione regolare di gabinetto che “Le ritorsioni tariffarie non avvantaggiano nessun paese”. Invece, il ministro delle Finanze, Taro Aso,  ha detto che gli Stati Uniti e la Cina devono affrontare il problema attraverso il dialogo invece di schiaffeggiare le tariffe di ritorsione l’uno sull’altro.

A livello monetario, la BoJ ha mantenuto invariata sia la la politica monetaria sia la sua visione ottimistica sull’economia, sebbene l’intensificarsi delle tensioni commerciali globali ne abbia offuscato le prospettive. Inoltre, la banca centrale nipponica ha lasciato ancorati  i tassi a breve termine al -0,1% con l’impegno di mantenere i rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni intorno allo 0%, considerando che il target d’inflazione vicino al 2% è ancora lontano dall’essere raggiunto.

Dall’agenda macro è emerso che le esportazioni giapponesi, ad agosto, sono cresciute del 6,6% su base annuale (+5,6% le stime e +3,9% il dato precedente). Le importazioni, sempre nel pari periodo, sono aumentate del 15,4% su base annua (+14,9% le attese e + 14,6% l’ultimo dato). Il saldo della bilancia commerciale, nel medesimo periodo, è risultato in deficit per 445 miliardi di yen (-469 miliardi il consensus e -232 miliardi l’ultima rilevazione).

Acquisti sulle Borse della Cina continentale, con Shanghai a +1,2% e Shenzhen a +1,5 per cento. Positiva anche la piazza di Hong Kong (+1,2%).

Sul fronte economico, il Consiglio di Stato cinese mira a introdurre misure per stabilizzare la crescita degli investimenti e sostenere il commercio estero. Nel dettaglio, il Consiglio ha spiegato che i fondi ottenuti dalle recenti emissioni obbligazionarie su progetti locali saranno utilizzati dai governi locali. Inoltre, l’organo ha richiesto alle banche di fornire un contributo finanziario per tali progetti. Invece, per invogliare il commercio estero, il governo vorrebbe abbassare alcuni costi di dogana sia per gli esportatori sia per gli importatori.

Le altre Borse, dove sono ancora aperte le contrattazioni, poco dopo le 8:00 ora italiana viaggiano quasi tutte al ribasso.

Sul fronte geopolitico il leader nordcoreano. Kim Jong-Un, sarebbe intenzionato a chiudere tutte le principali infrastrutture nucleari, consentendo agli ispettori internazionali di verificare il tutto. La dichiarazione è stata fatta dopo l’incontro con il presidente della Sud Corea, Moon Jae-in, avvenuto a Pyongyang.

L’indice Msci Asia Pacific guadagna l’1,2%, mentre l’oro tratta a 1.201,67 dollari l’oncia.