Obbligazioni – Time out

L’apertura dei mercati di oggi rassomiglia al “time out” chiamato da un allenatore per fermare il gioco e parlare con i propri giocatori.

In assenza di notizie di peso economico o politico, il calendario macro è povero di dati nel numero e nella rilevanza, mentre sul fronte politico il vertice europeo sulla questione “migranti” è già stato liquidato nell’oblio prima ancora del suo inizio formale; gli investitori preferiscono infatti restare alla finestra e riflettere sul da farsi.

L’elemento di maggior interesse è offerto dalle quotazioni dei futures sull’America dove ormai è incorporato il nuovo massimo storico di Wall Street, vero collante dell’ottimismo che continua a sostenere in maniera più o meno generalizzata il valore di tutti i principali asset.

Il T-bond, dopo aver guadagnato nella sessione di ieri ancora un paio di centesimi di rendimento, scende al 3,06%, mentre il dollaro ondeggia a cavallo di 1,17 contro euro.

Forti del progressivo recupero dei corsi di Borsa e del riassorbimento dei focolai di crisi nei Paesi emergenti, gli spread dei corporate high-yield imboccano decisamente la via di una contrazione più significativa che porta le emissioni in euro a segnare un livello medio al di sotto di 350 pb e per quelle in dollari di 25 punti base più bassi.

Le quotazioni dei governativi europei fanno fatica a scostarsi dalle precedenti chiusure e ripropongono livelli di rendimento quasi invariati e praticamente sincroni e omogenei, come si deduce dalle “variazioni” dello spread Italia-Germania.