Obbligazioni – Count-down per la decisione del Fomc

Tra meno di dodici ore, alle 20:00 italiane, il presidente della Fed, Jerome Powell, annuncerà la decisione di politica monetaria del Federal Open Market Committee da lui presieduto. Scontato dai mercati il rialzo di venticinque centesimi che porterà il tasso di riferimento al 2,25% e inteso come mossa preventiva ad un eccessivo riscaldamento dell’economia americana, che viaggia da tempo a pieno regime alimentata anche dalla politica fiscale espansiva dell’amministrazione Trump.

A Francoforte, viceversa, dalle ultime parole del tedesco Peter Praet, membro del Comitato Esecutivo della Bce, e a chiarimento di un messaggio di Mario Draghi che avrebbe potuto prestarsi a fraintendimenti, si comprende bene come il percorso di riduzione dello stimolo monetario sia ancora molto lontano nel tempo.

Nulla di nuovo o tutto scontato che dir si voglia, e i mercati si confermano in posizione di stand-by.

Le differenze, minime, di due/tre punti base nei tassi d’interesse (misurati dai rendimenti dei benchmark governativi e dagli spread su categorie omogenee di titoli come quella dei corporate high-yield) e i movimenti frazionali sul cambio corroborano il quadro d’insieme.

Va, tuttavia, rimarcato che i mercati non amano il “volo livellato” e che gli andamenti laterali, più o meno protratti, terminano inevitabilmente in una scelta direzionale le cui motivazioni risultano sempre chiare ed evidenti solo ex-post. Anticiparne il verso, tuttavia, comporta rischi di errore troppo elevati e questo contribuisce ad accentuare ancora di più l’atteggiamento di prudenza e cautela.