Mercati – Fondamentale per piazza Affari la tenuta dei minimi di agosto

Altro avvio di mattinata all’insegna delle forti vendite sul listino milanese e sul mercato dei governativi italiani a pochi giorni dalla presentazione da parte dell’esecutivo tricolore degli elementi chiave della Nota di aggiornamento al Def (Nadef) relativa al 2019.

Il principale indice di piazza Affari, il Ftse Mib, ha già pericolosamente testato il minimo intraday  dello scorso 17 agosto a 20.236 punti, mentre lo spread tra il rendimento del Btp a 10 anni (yield al 3,4%) e quello del corrispondente titolo tedesco ha toccato la soglia dei 300 punti base.

La tenuta di questi livelli, da un punto di vista grafico, appare fondamentale per poter sperare in un rimbalzo, soprattutto con riferimento al principale paniere equity italiano dato che una chiusura di seduta al di sotto di 20.236 punti potrebbe alimentare ulteriormente la pressione dei venditori.

In linea con quanto visto nel corso degli ultimi mesi, il destino di piazza Affari sembra essere indissolubilmente legato alle vicende politiche italiane, soprattutto per l’importante peso dei titoli finanziari (bancari, assicurativi e risparmio gestito) e delle utility.

Dopo mesi di proclami, giovedì scorso l’esecutivo sostenuto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle ha presentato i punti cardine del primo vero provvedimento di politica economica di questa legislatura che fissa al 2,4% il rapporto tra il deficit e il Pil per il prossimo triennio. Una percentuale superiore all’1,6% indicato nelle ultime settimane dal ministro dell’economia, Giovanni Tria, come necessario per l’avvio di un processo di riduzione strutturale del debito pubblico italiano che tra il 2014 e il 2017 è oscillato tra il 131,5% e il 132% del Pil.

La reazione riservata dagli investitori e dall’Unione europea è stata piuttosto fredda basti pensare che dalla chiusura di giovedì pomeriggio il Ftse Mib ha perso oltre il 5% e il rendimento del Btp a 10 anni è balzato di 50 punti base. In un contesto come l’attuale, sarebbe consigliabile che la politica, a Roma e a Bruxelles, non continui a soffiare sul fuoco perché è in gioco il risparmio delle famiglie italiane.