Mercati – Piazza Affari migliora con l’Europa e Wall Street, sprint di Stm

Nella prima parte del pomeriggio i listini europei restano in rosso ma riducono leggermente le perdite rispetto alla mattinata, approfittando del miglioramento dei futures e dell’avvio non troppo negativo di Wall Street dopo i dati sull’inflazione degli Usa.

Intorno alle 15:50 il Ftse Mib cede lo 0,6%, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-0,5%), il Ftse 100 di Londra (-1,2%), il Cac 40 di Parigi (-1%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,7%). Oltreoceano i listini americani viaggiano contrastati ma poco distanti dalla parità, dopo la pesante correzione dai massimi raggiunti a inizio mese.

Il report di settembre sull’inflazione ha evidenziato un incremento (+0,1% m/m, +2,3% a/a) inferiore alle attese, suggerendo che la Fed possa evitare di accelerare il processo di rialzo dei tassi di interesse.

La prospettiva di una politica monetaria più restrittiva, infatti, ha comportato nelle ultime sedute un innalzamento dei tassi obbligazionari e ha contribuito ad alimentare le vendite sull’azionario soprattutto nella giornata precedente. I dubbi legati a maggiori costi di indebitamento, derivanti da un incremento duraturo del costo del denaro, vanno infatti a sommarsi a quelli derivanti dalle tensioni commerciali e dal rallentamento della crescita globale, incorporata anche nelle ultime stime del Fmi. Il tutto alla vigilia della nuova earning season statunitense, che prevede già domani i conti dei colossi bancari JPMorgan, Citigroup e Wells Fargo, con diverse aziende che hanno già annunciato profitti in sofferenza a causa dei dazi.

Sul Forex il dollaro perde terreno nei confronti delle principali valute, scendendo a 1,157 nei confronti dell’euro e rimanendo in area 112,3 yen.

Tra le materie prime, in attesa dei numeri settimanali sulle scorte di petrolio americane, Wti e Brent arretrano di circa l’1% rispettivamente a 72,4 e 82,1 dollari al barile, scontando anche il taglio delle stime sulla domanda da parte dell’Opec.

Il clima di avversione al rischio favorisce gli acquisti sui titoli di Stato più sicuri, comprimendo i rendimenti del T-Bond statunitense in area 3,17% e quello del Bund tedesco allo 0,52 per cento. Salgono di riflesso i tassi sui governativi percepiti come più rischiosi, in primis il Btp che risale al 3,57% dilatando lo spread a 305 punti base. Intanto, dopo il raddoppio dei rendimenti nell’asta dei Bot di ieri, oggi il Tesoro è tornato sul mercato con Btp a 3, 7, 15 e 30 anni per un importo complessivo di 6,5 miliardi, con i rendimenti dei primi due in aumento ai massimi dal 2013. Il tutto in attesa di novità sulla manovra finanziaria, mentre Christine Lagarde del Fmi ha richiamato l’Italia al rispetto delle regole dell’Ue.

Tornando al Ftse Mib, le vendite prevalgono su quasi tutto il listino, con segni rossi più accentuati su TENARIS (-4,6%), AZIMUT (-4,2%), SAIPEM (-3,9%) e UNIPOLSAI (-3,3%). Limitano i danni banche e utilities, rimbalza STM (+4,4%), momentaneamente sospesa e confermata nella Premium List di Socgen. In controtendenza anche TELECOM ITALIA (+0,6%), che vorrebbe avviare entro fine mese la trattativa per la cessione di Persidera.