Generali – Punta a rafforzarsi nel settore immobiliare

Generali mira a crescere ulteriormente nel settore del real estate, dove gli asset under management sono saliti dai 26,4 miliardi di fine 2017 a quasi 30 miliardi.

È quanto ha sottolineato in un’intervista Aldo Mazzocco, arrivato a capo di Generali Real Estate a marzo 2017.

“Si è passati da 26,4 miliardi in gestione a fine 2017 a quasi 30 miliardi previsti per quest’anno con un’accentuata focalizzazione sulle città d’Europa che vengono ritenute più promettenti dal punto di vista immobiliare e di crescita. E si prevede che le masse gestite continueranno a crescere anche per gli anni a venire”, ha affermato il manager nell’intervista.

Dei circa 30 miliardi degli asset in gestione, 2 miliardi derivano da gestioni di terzi. Mazzocco ha fatto presente che c’è l’intenzione ad aumentare anche il peso di questa componente, oltre agli investimenti diretti.

Il Ceo di Generali Estate nell’intervista ha poi illustrato la strategia seguita, affermando “Per mantenere il ritmo di investimento e disinvestimento di circa 1,5-2 miliardi di euro l’anno abbiamo lavorato su tre leve: la riorganizzazione della nostra rete sul territorio, con circa 450 professionisti organizzati in quattro macroregioni, il lancio nuovi fondi paneuropei e la richiesta del passporting europeo per la nostra sgr immobiliare di gruppo, con l’apertura di una branch a Parigi che si affianca agli uffici di Trieste e Milano”.

Il manager ha poi precisato l’intenzione di coinvolgere investitori con un’ottica di lungo termine, tra cui fondi pensione e compagnie assicurative meno strutturate sul real estate. In quest’ottica saranno lanciati dei nuovi fondi concentrati su sette classi di investimento e tre profili di rischio, che saranno focalizzati sulle sedici città europee considerate più promettenti. Inoltre, verrà creato un fondo ad hoc dedicato ai mercati asiatici.

Dal punto di vista geografico, si prevede che a fine 2018 il 35% degli investimenti sarà allocato in Italia, il 32% il Francia e il 16% in Germania, mentre gli altri più importanti Paese del Vecchio Continente avranno un peso compreso tra il 3% e l’8 per cento.

Un quadro più chiaro si avrà il prossimo 21 novembre, quando sarà alzato il velo sul nuovo piano industriale del Leone di Trieste.