Mercati Asiatici – Listini in rosso, frena Tokyo (-0,6%) e male Shanghai (-2,1%)

Le Borse asiatiche viaggiano in territorio negativo, in scia sia alla seduta debole di Wall Street e sia alle conseguenze commerciali delle diatribe Usa-Cina. Ieri le minute della Federal Reserve hanno confermato l’intenzione della banca centrale americana di procedere con un graduale rialzo dei tassi di interesse.

I riflettori restano puntati sulle vicende commerciali tra Usa e Cina. Inoltre, a pesare sono il forte rialzo dei tassi di interesse sul Treasury americano ben oltre la soglia del 3% e i timori per la crescita globale.

Sul fronte commerciale, il report semestrale degli esperti del Tesoro americano hanno evidenziato che il recente deprezzamento dello yuan da parte di Pechino ha contribuito ad ampliare il deficit commerciale con gli Usa, pur facendo presente che non c’è una manipolazione della moneta. Inoltre, fonti ufficiali americane hanno sottolineato come le autorità cinesi stiano facendo ben poco per intervenire sul valore del cambio dollaro/yuan. La valuta cnese si attesta a 6,9390 contro il biglietto verde, ai minimi da un anno/un anno e mezzo.

In Giappone il Nikkei cede lo 0,6% in prossimità della chiusura. Andamento analogo per il più ampio indice Topix (-0,3%). I listini non beneficiano solo in parte del deprezzamento dello yen sul dollaro, con il cambio che sale a quota 112,5 (ieri era a 112,2).

Sempre a livello commerciale, il rappresentante commerciale statunitense, Robert Lighthizer, ha riferito al Congresso che gli Usa vogliono aprire negoziati commerciali con l’Unione Europea, il Regno Unito e il Giappone. Le trattative non cominceranno fino a 90 giorni dopo la notifica del Congresso. Il tutto è volto a raggiungere un più equilibrato saldo della bilancia commerciale, sia rivedendo le tariffe laddove ci sono sia quei beni non toccati da misure protezionistiche.

In merito al Paese nipponico, Lighthizer ha poi sottolineato che “è un mercato importante ma ancora troppo spesso sotto-performante per gli esportatori di beni degli Stati Uniti”. Inoltre, il rappresentante ha evidenziato che gli Washington ha un deficit commerciale di 69 miliardi di dollari in beni con Tokyo e gran parte di questo è nel settore automobilistico.

Dal lato economico, è intervenuto il governatore della BoJ, Haruhiko Kuroda, dichiarando che l’inflazione al consumo si sta “spostando attorno all’1%”, offrendo una visione più brillante dei prezzi rispetto a tre mesi fa”. Kuroda prevede, infatti che “l’economia giapponese continuerà ad espandersi moderatamente”.

Dall’agenda macro è emerso che le esportazioni giapponesi, a settembre, sono calate dell’1,2% su base annua (+1,9% il consensus e +6,6% il precedente). Le importazioni, sempre a settembre, sono salite del 7% su base annua (+13,7% le attese e +15,3% l’ultima rilevazione). Il saldo della bilancia commerciale, nel mese in esame, ha mostrato un surplus di 140 miliardi di yen (-50 miliardi le previsioni e -438 miliardi il dato precedente).

Le Borse della Cina continentale si muovono al ribasso (ai minimi da quattro anni) con Shanghai a -2,1%  e Shenzhen a -1,9 per cento. Riapre i battenti la piazza di Hong Kong (-0,4%) dopo la chiusura di ieri per festività.

Dal lato economico il premier cinese, Li Keqiang, ha dichiarato che l’economia cinese deve affrontare crescenti pressioni al ribasso e il governo adotterà misure mirate per prevenire ampie fluttuazioni della crescita.

Li non ha approfondito tali misure e ha aggiunto che per il terzo trimestre prevede una crescita economica “entro limiti ragionevoli”, senza fornire dettagli, esprimendo poi fiducia nel raggiungimento degli obiettivi di crescita quest’anno.

Le altre Borse, dove sono ancora aperte le contrattazioni, poco dopo le 8:00 ora italiana viaggiano in territorio negativo.

L’indice Msci Asia Pacific arretra dello 0,5%, mentre l’oro tratta a 1.223,40 dollari l’oncia.