Media – Indice sottotono (-1,3%), Mondadori in controtendenza (+2,6%)

Cede l’1,3% nella scorsa ottava il Ftse Media Italia, mentre segna un forte rialzo del 2,9% il corrispondente indice continentale di riferimento. Arretra dello 0,9% la Borsa di Milano.

Termina un’ottava contrasegnata dall’approvazione il decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale, tra le quali emerge lo stop al finanziamento pubblico per l’editoria “con l’azzeramento graduale del fondo pubblico per l’editoria”.

Una notizia che ha portato all’immediata risposta del presidente dl Fieg, Andrea Riffeser-Monti, che in una lettera di risposta al sottosegratario Crimi, ha dichiarato: “I governi sono assolutamente liberi di assumere le decisioni che ritengono necessarie e opportune”.

Aggiungendo però: “Non possiamo accettare denigrazioni e minacce al lavoro di editori e giornalisti che ogni giorno si impegnano per stampare quotidiani a periodici che informano oltre 40 milioni di lettori”.

Chiude in ribasso dello 0,8% Mediaset che smentisce le voci di vendita della media company circolate in settimana e che ha rinunciato a chiedere a Vivendi l’esecuzione del contratto su Premium puntando alla cessione della piattaforma a Sky Italia.

I legali di Mediaset avrebbero trovato una soluzione alla prima richiesta di esecuzione del contratto da parte di Vivendi, chiedendo direttamente un risarcimento danni che, insieme a quello di Fininvest, si aggira intorno ai 3 miliardi.

A pesare sulla performance del gruppo del Biscione però il dato sull’audience di inizio stagione sui canali Mediaset, ridotta di 2,59 punti su base annua (855 mila spettatori in meno).

Gli investimenti sui Mondiali effettuati in estate, periodo solitamente a bassa intensità di spesa, hanno però avuto effetti sulla seconda parte dell’esercizio.

Il corollario è stato la partenza posticipata dei programmi top. Da qui il calo di inizio stagione, ma con progressione di ascolti da fine settembre.

Chiudono in ribasso anche Cairo Communication (-1,8%) e Rcs Mediagroup (-4,7%), nonostante le dichiarazioni su quest’ultima espresse dal presidente Urbano Cairo in merito alla possibilità di vedere già azzerato al termine dei nove mesi l’indebitamento finanziario di 200 milioni.

I dati sull’audience sono stati positivi per i canali di Urbano Cairo che ha superato Italia 1 e Rete 4 in prima serata con un 4,98% di share: +1,51 punti.

La 7 è cresciuta anche nel giorno (3,83% di share; +1,05 punti) grazie all’attualità politica che sta portando acqua al mulino dell’emittente.

Ancora in calo Giglio Group (-12,1%) seguita da Triboo (-6,3%). A preoccupare gli investitori delle due società attive nell’e-commerce con una buona fetta del giro d’affari nel territorio del Dragone, il dato sul rallentamento del Pil cinese (+6,5%), tornato sui livelli di inizio 2009.