Generali – Salgono premi (+6%) e risultato operativo (+4%) nei 9M 2018

Generali ha archiviato i primi nove mesi del 2018 con premi lordi pari a 49,7 miliardi (+6,1% rispetto al periodo di confronto). Meno dinamico ma comunque positivo l’andamento del risultato operativo, attestatosi a 3,61 miliardi (+3,9% rispetto al primo semestre 2017) grazie alla buona tenuta sia del segmento danni sia del segmento vita. L’utile netto di pertinenza del gruppo, infine, ha toccato 1,86 miliardi (+26,8% annuo).

“Prosegue il miglioramento evidenziato nella prima parte dell’anno, con ottimi risultati per quanto riguarda le performance tecniche sia danni sia vita. Positivo inoltre lo sviluppo dell’area Investments, Asset & Wealth Management, anche grazie alla strategia multiboutique che stiamo eseguendo in linea con gli obiettivi annunciati. Si conferma la solidità della posizione di capitale, dato ancora più significativo alla luce della volatilità dei mercati finanziari registrata nell’anno”.

Con queste parole Cristiano Borean, Cfo di Generali, commenta i risultati dei primi nove mesi. “Forti di questi risultati, siamo pronti a presentare il nuovo piano industriale triennale, incentrato sull’ulteriore crescita, la trasformazione e la creazione di valore sostenibile”, aggiunge il manager.

Si ricorda che il 2018 sarà l’ultimo anno coperto dall’attuale piano industriale e vedrà il completamento del turnaround industriale. Il prossimo 21 novembre sarà presentato il nuovo piano strategico, orientato allo sviluppo e alla crescita.

Passando ai conti, Generali nel periodo gennaio-settembre ha registrato una raccolta premi lordi di 49,7 miliardi (+6,1% rispetto ai primi nove mesi del 2017). Positivo il contributo sia del ramo vita sia del segmento danni.

Il ramo danni ha riportato premi totali per 15,4 miliardi (+2,7% annuo su basi omogenee). La crescita è stata supportata sia dal ramo auto (+2,9% rispetto al periodo di confronto), sia da quello non auto (+2,4% rispetto ai primi nove mesi del 2017). Il Combined ratio si è attestato al 92,8%, per effetto del miglioramento della sinistralità corrente non catastrofale. Sul periodo hanno impattato circa 215 milioni di sinistri catastrofali che hanno colpito principalmente Italia, Francia e Germania.

Il ramo vita, invece, ha realizzato una raccolta pari a 34,3 miliardi (+7,8% rispetto ai al corrispondente periodo del 2017) grazie al buon andamento di tutte le linee di business, in particolare di quella puro rischio e malattia.

Il risultato operativo è salito a 3,61 miliardi (+3,9% annuo). Il ramo danni ha apportato al risultato operativo 2,24 miliardi (+3,3% a/a), mentre il segmento vita, ha contribuito alla performance operativa per 1,5 miliardi (+2,1% rispetto al periodo di confronto).

Il periodo si è chiuso con un utile netto di pertinenza del gruppo pari a 1,86 miliardi (+26,8% rispetto ai primi nove mesi del 2017), beneficiando anche della riduzione degli interessi sul debito e dei proventi incassati dalle dismissioni e includendo anche 157 milioni derivanti da attività operative cessate. Tutto ciò ha permesso il conseguimento di un Roe del 12,7 per cento.

Sul fronte della solidità patrimoniale, al 30 settembre il Regulatory Solvency ratio è pari al 200% (207% a fine 2017), mentre l’Economic Solvency ratio si attesta al 221% (230% al 31 dicembre 2017). Per entrambi gli indicatori la diminuzione è determinata principalmente dall’aumento dello spread sui titoli governativi italiani, solo parzialmente compensato dalla solida performance industriale della generazione di capitale di gruppo.

Il patrimonio netto consolidato di pertinenza a fine settembre del gruppo ammonta a 23,3 miliardi, in calo rispetto ai 25,1 miliardi al 31 dicembre 2017.