Retelit – Ebitda in crescita nei 9 mesi 2018, nuovi ordini +7% a/a

Nei primi nove mesi del 2018 Retelit ha realizzato ricavi per 43,8 milioni, in lieve aumento (+1,4%) rispetto al pari periodo del 2017.

Il valore della produzione, comprensivo degli altri proventi, è invece cresciuto del 14% a 50,5 milioni rispetto a 44,3 milioni del 2017. Al netto degli effetti IFRS i ricavi e altri proventi sarebbero stati pari a 48,7 milioni.

La suddivisione per mercato dei ricavi dell’attività caratteristica è la seguente: Wholesale Nazionale 20,1 milioni (40%), Wholesale Internazionale 22,4 milioni (45%) inclusivi dei ricavi afferenti al Cavo AAE-1 per 3,5 milioni, e Business 7,3 milioni (15%).

L’attività commerciale ha generato nuovi ordini pari a 46,8 milioni, in crescita del 7% rispetto ai 43,6 milioni dei primi nove mesi del 2017. I nuovi ordini sono per 12,2 milioni (26%) relativi al segmento Wholesale Nazionale, per 13 milioni (28%) al segmento Wholesale Internazionale, di cui 3,5 milioni relativi al Cavo AAE-1, e per 21,6 milioni (46%) al segmento Business.

L’Ebitda è cresciuto del 37%, passando da 15,9 a 21,8 milioni con un margine sui ricavi in miglioramento dal 36,8% al 49,7 per cento. Tale risultato ha beneficiato dell’importante incremento dei ricavi e del miglioramento del suo mix. Al netto degli effetti IFRS 15 e IFRS 16, il margine operativo lordo sarebbe stato pari a 16,0 milioni.

L’Ebit è lievemente aumentato, da 5,3 a 5,4 milioni, nonostante l’incremento degli ammortamenti da 10,3 a 14,9 milioni, di cui maggiori ammortamenti relativi al sistema in cavo sottomarino AAE-1 per circa 1,6 milioni (a partire dal secondo semestre 2017).

Sono stati inoltre effettuati accantonamenti di natura prudenziale relativi all’eventuale irrogazione della sanzione pecuniaria in relazione alla golden power nei confronti della Società. Al netto degli effetti IFRS 15 e IFRS 16, l’Ebit sarebbe stato pari a 3,8 milioni.

Gli oneri finanziari netti si attestano a 1,4 milioni, rispetto a 0,2 milioni dei primi nove mesi del 2017. L’incremento è riconducibile per 0,6 milioni a interessi passivi su mutui che fino all’entrata in funzione del sistema in cavo AAE-1 venivano capitalizzati e per 0,5 milioni a differenze cambio negative sulla conversione della liquidità in valuta americana, che ha risentito del negativo andamento del cambio euro/dollaro.

A seguito delle sopracitate dinamiche, l’utile netto si attesta a 3,8 milioni rispetto ai 4,8 milioni dei primi nove mesi del 2017.

La posizione finanziaria netta risulta positiva per 11,9 milioni rispetto ai 33,4 milioni del 31 dicembre 2017, e comprende circa 17,8 milioni di passività finanziarie dovute all’adozione anticipata al 1 gennaio 2018 del principio contabile IFRS 16, che non hanno comportato alcuna uscita di cassa.

Al 30 settembre 2018 gli investimenti complessivi ammontano a 12,9 milioni di cui 9,2 milioni in infrastruttura, 3,8 milioni in relazione all’Area Strategica AAE-1 e per la parte residua ad altri investimenti. Gli investimenti in infrastruttura fisica, pari a 10,4 milioni, si riferiscono principalmente alla realizzazione dei collegamenti clienti, all’acquisto di infrastruttura IT, al potenziamento della rete metropolitana e al backbone.

Ad oggi la Società conferma le attuali guidance per l’esercizio in corso pur con l’applicazione degli IFRS 15 & 16 a livello reddituale: fatturato atteso tra i 67 e 71 milioni ed Ebitda tra i 24 e 28 milioni. A livello patrimoniale gli investimenti potrebbero essere inferiori di quanto previsto a piano e pertanto assestarsi al di sotto del range compreso tra 28 e 31 milioni. La PFN è invece attesa nell’intorno della parte inferiore del range tra 37 e 40 milioni, al netto dell’effetto dovuto all’adozione anticipata dell’IFRS 16, pari a maggiori passività finanziarie per 17,8 milioni.