Fineco Bank – Crescita a doppia cifra (+18%) dell’utile netto nei 9M 2018

Fineco ha archiviato i primi nove mesi del 2018 con una solida performance delle commissioni nette, salite a 218,7 milioni (+9,7% a/a). Positivo anche l’andamento del margine di interesse, pari a 207,6 milioni (+6,6% annuo). Dinamiche che hanno determinato un margine di intermediazione pari a 464,8 milioni (+7,8% rispetto ai primi nove mesi del 2017). Il periodo si è chiuso con un utile netto di 177,7 milioni (+17,7% rispetto al periodo di confronto).

“Siamo particolarmente soddisfatti di archiviare i nove mesi 2018 con un utile in forte rialzo, grazie a un modello di business diversificato e a una strategia che si concentra sulla sostenibilità di lungo periodo della crescita della banca”.

È con queste parole che Alessandro Foti, Ad di Fineco, ha commentato i risultati del periodo gennaio-settembre 2018. “Risultati che giungono in una fase di mercato molto complessa che Fineco sta affrontando con un rafforzamento della propria efficienza operativa e con un aumento della produttività della propria rete di consulenti, con un’attenzione particolare alla qualità, alla trasparenza e all’innovazione che da sempre la contraddistinguono”, ha aggiunto il manager.

Tra le iniziativi intraprese, si segnala che prosegue senza sosta l’attività di sviluppo della nuova asset management company di diritto irlandese. La società si sta focalizzando sull’ampliamento dei fondi singoli in delega di gestione e sulla costruzione di nuovi fondi di fondi al fine di offrire una gamma di soluzioni più efficienti, più flessibili e più guidate rispetto agli obiettivi di investimento ed al profilo di rischio/rendimento.

Il margine di intermediazione nei primi nove mesi del 2018 ha toccato 464,8 milioni (+7,8% a/a), supportato dal buon andamento di tutte le componenti core.

Le commissioni nette sono salite a 218,7 milioni (+9,7% rispetto ai primi nove mesi del 2017). Sono aumentate le commissioni attive relative servizi di gestione intermediazione e consulenza (+17,6 milioni), ai servizi di incasso e pagamento (+2,3 milioni) e agli altri servizi (+1,8 milioni). Questi ultime sono relativi principalmente all’introduzione del canone annuo sulle carte di credito (+1,6 milioni di euro), parzialmente compensate da maggiori commissioni passive a favore dei consulenti finanziari per incentivi commerciali. A partire dal terzo trimestre si registra anche il contributo della società di diritto irlandese.

In crescita anche il margine di interesse a 137,6 milioni (+6,6% a/a). L’incremento della liquidità transazionale e la maggior incidenza dell’attività di lending hanno più che compensato i minori interessi attivi collegati alla discesa dei tassi.

Positivo anche l’apporto dei profitti da trading (+3,3% annuo a 38,3 milioni), nonostante il difficile contesto di mercato.

I costi operativi sono aumentati in misura meno che proporzionale rispetto al giro d’affari (+5,6% a 184,4 milioni rispetto al periodo gennaio-settembre 2017), nonostante l’ampliamento dell’attività. Nel dettaglio, i costi del personale sono saliti a 64,7 milioni (+10,2% a/a) per effetto dell’aumento del numero di dipendenti, del piano di incentivazione 2018-2020 e di oneri relativi alla controllata Fineco AM la cui operatività è stata avviata da poco. Gli altri costi si sono attestati a 119,7 milioni (+3,2% rispetto al periodo di confronto).

Le dinamiche sopra esposte hanno portato a un risultato netto di gestione pari a 278,4 milioni (+10% rispetto al periodo gennaio-settembre 2017), dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti in significativo calo a 2,1 milioni (-36,4% a/a).

Il periodo si è chiuso con un utile netto di 177,7 milioni (+17,7% rispetto ai primi nove mesi del 2017). Al netto delle componenti straordinarie, il risultato netto si sarebbe attestato a 178,8 milioni (156,9 milioni nel periodo di confronto).

Sul fronte patrimoniale, al 30 settembre gli impieghi salgono a 23,8 miliardi (+8,7% rispetto a fine 2017). In crescita anche la raccolta a 22,8 miliardi (+8% rispetto al 31 dicembre 2017).

Dal lato della solidità patrimoniale, il Cet1 transitional al 30 giugno 2018 si è fissato al 20,46% (20,77% a fine 2017).