Mercati – Partenza in rosso, Milano la peggiore con spread in rialzo

Apertura negativa per le borse europee dopo la risposta del governo italiano alla Commissione europea sulla manovra, con i mercati che guardano inoltre al crollo delle quotazioni del greggio e alla bozza di accordo sulla Brexit.

Intorno alle 9:30, a Milano il Ftse Mib perde l’1,6% in area 18.930 punti. In rosso anche il Dax di Francoforte (-0,8%), il Ftse 100 di Londra (-0,8%), il Cac 40 di Parigi (-1,2%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,8%).

Lo spread Btp-Bund riparte in rialzo di circa 12 punti base in area 315 con il rendimento del decennale italiano al 3,55%, dopo che Roma ha scelto di non modificare i numeri della manovra così come richiesto da Bruxelles.

Nonostante le critiche dell’Europa, infatti, nella lettera inviata entro la deadline di ieri sera il governo ha mantenuto invariate le stime per il 2019 su deficit al 2,4% e crescita all’1,5%, aprendo la strada al probabile avvio di una procedura di infrazione.

A livello internazionale, l’ottimismo di ieri circa un possibile allentamento delle tensioni commerciali ha lasciato spazio ai timori legati al crollo delle quotazioni del greggio, in un contesto di crescenti preoccupazioni per l’indebolimento della domanda e l’eccesso di offerta.

Il consigliere economico alla Casa Bianca Larry Kudlow ha dichiarato che Stati Uniti e Cina stanno parlando a tutti i livelli di governo, facendo seguito alla notizia secondo cui il vice premier cinese Liu He starebbe preparando il terreno per il meeting tra i leader dei due paesi a fine mese in Argentina.

Nel frattempo, l’amministrazione Trump avrebbe deciso di non introdurre per il momento nuove tariffe sulle importazioni di auto negli Usa, dopo le indiscrezioni di ieri su un meeting per discutere della questione.

Ancora deboli le quotazioni del greggio con il Brent (-0,1%) a 65,4 dollari e il Wti (-0,4%) a 55,4 dollari, dopo il tonfo di circa l’8% di ieri. A pesare sulle quotazioni del greggio, oltre alle critiche di Trump alla decisione dell’Arabia Saudita di tagliare la produzione e alla revisione al ribasso delle previsioni sulla domanda da parte dell’Opec, contribuisce il fatto che la diminuzione dell’output iraniano potrebbe essere inefficace.

Gli Stati Uniti, infatti, hanno ammorbidito le sanzioni a Teheran a favore della Cina, tra i maggiori acquirenti di petrolio al mondo, mentre gli altri produttori Opec hanno cominciato a estrarre di più per compensare il calo di offerta dell’Iran.

Intanto la sterlina ha recuperato terreno fino a riportarsi in area 1,30 sul dollaro, dopo che Unione europea e Regno Unito hanno raggiunto ieri una bozza di accordo sulla Brexit che verrà presentata oggi al parlamento britannico.

Poco mosso invece il cambio euro/dollaro a 1,128, in attesa anche della stima preliminare sul Pil del terzo trimestre dell’Eurozona e dei dati sui prezzi al consumo di ottobre in Usa.

Tornando a Piazza Affari, in deciso rosso MEDIASET (-5,6%) che ha diffuso ieri a mercati chiusi i risultati al 30 settembre 2018. Vendite anche su POSTE ITALIANE (-3,8%), TELECOM ITALIA (-3,2%) e sui petroliferi SAIPEM (-3%), ENI (-2,5%) e TENARIS (-2,9%) in scia al crollo del greggio.

Male anche i bancari BANCO BPM (-1,9%), UBI (-1,7%), BPER (-1,4%) e INTESA (-1,3%), mentre viaggia in controtendenza PIRELLI (+1,3%), unica positiva del Ftse Mib in attesa della diffusione dei conti.