Mercati – Pioggia di vendite in Europa, Piazza Affari a -3%

I listini continentali si avviano verso una chiusura in rosso, penalizzati anche dall’avvio negativo di Wall Street. Intorno alle 15:45 il Ftse Mib arretra del 3%, sostanzialmente in linea con il Dax di Francoforte (-2,9%), il Ftse 100 di Londra (-2,7%), il Cac 40 di Parigi (-2,8%) e l’Ibex 35 di Madrid (-2,4%).

Partenza in rosso anche per gli indici a stelle e strisce, complice l’arresto del Cfo di Huawei che ha riacceso i timori legati ai rapporti Usa-Cina. Weng Wanzhou, figlia del fondatore del colosso tecnologico cinese, è stata fermata su mandato degli Stati Uniti, che ne richiedono l’estradizione.

Un episodio ancora da chiarire, ma che rischia di compromettere le trattative commerciali tra Washington e Pechino e di inasprire il dibattito sul cyber spionaggio cinese che aveva già portato le autorità americane a vietare l’utilizzo di apparecchi Huawei per i dipendenti statali.

Ad alimentare il clima di avversione al rischio contribuisce anche la stima Adp sotto le attese, con 179 mila nuovi impieghi a novembre contro i 195 mila previsti e i 225 mila di ottobre, in attesa del job report ufficiale di domani.

Acquisti sui beni rifugio, con il rendimento del T-Bond decennale al 2,85% e quello del Bund sotto 24 centesimi. In particolare, il movimento della yield curve americana resta sotto osservazione dopo i dubbi provocati negli ultimi giorni dall’inversione del tratto 3-5 anni e dalla contrazione del differenziale 2-10 anni. In controtendenza il Btp, che risale al 3,13% riavvicinando lo spread con il benchmark tedesco a 290 punti base in attesa degli ultimi correttivi alla manovra.

Sul Forex si rafforza lo yen, riportando il cambio con il dollaro a 112,4 e il cross con l’euro a 128 mentre l’euro/dollaro risale a 1,139 dopo il dato Adp e quello positivo di stamattina sugli ordini industriali tedeschi di ottobre.

Tra le materie prime le quotazioni del greggio risalgono dai minimi intraday ma perdono oltre 2 punti percentuali, con Wti e Brent rispettivamente a 51,5 e 60,2 dollari al barile, in attesa di sviluppi dal meeting Opec di Vienna e di chiarire la posizione della Russia. Nel frattempo, i Paesi del cartello hanno trovato un’intesa sull’estensione dei tagli alla produzione, ma non sull’entità degli stessi e potrebbero attendere la riunione di venerdì con i produttori non Opec.

Tornando a Piazza Affari, i segni rossi investono tutti i titoli del listino principale, in particolare SAIPEM (-4,8%) in scia al calo del greggio, PRYSMIAN (-4,7%) e il settore finanziario, FINECO (-6,3%), UNICREDIT (-4,5%) e UBI (-4,5%) su tutte.

Male anche il comparto auto, con FCA a -4% mentre il governo valuta l’introduzione di un sistema di tasse e incentivi sull’acquisto di nuovi veicoli in base al livello di emissioni di CO2. Limitano i danni le utilities, FERRAGAMO (-0,7%) e ATLANTIA (-0,7%).