Mercati – Partenza negativa per l’Europa, a Milano male Ferragamo

Apertura sotto la parità per le borse europee, in un contesto in cui restano in primo piano i timori legati al rallentamento della crescita economica globale e i negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina.

Intorno alle 9:15, a Milano il Ftse Mib cede lo 0,4% in area 18.840 punti. In lieve ribasso anche il Dax di Francoforte (-0,3%), il Ftse 100 di Londra (-0,3%), il Cac 40 di Parigi (-0,6%) e l’Ibex 35 di Madrid (-0,2%).

L’attenzione degli operatori questa settimana sarà rivolta soprattutto alla riunione della Federal Reserve dei prossimi giorni. L’ultimo appuntamento chiave della banca centrale americana di quest’anno per i mercati.

L’attesa è per un ulteriore rialzo dei tassi di interesse da parte della FED, che dovrebbe però rivedere al ribasso le previsioni sul numero dei prossimi interventi in scia ai segnali di indebolimento della congiuntura economica.

Poco mosso il mercato valutario, con il cambio euro/dollaro in area 1,132 e il dollaro/yen a 113,4. Sostanzialmente stabile la sterlina in area 1,26 dollari, in attesa di nuovi sviluppi sul fronte Brexit.

Per quanto riguarda l’Italia, il focus rimane sui negoziati tra Roma e Bruxelles sulla manovra 2019. Lo spread Btp-Bund riparte in lieve calo al 266 punti base con il rendimento del decennale italiano al 2,92%, dopo che il vertice di governo di ieri si è concluso con un accordo su numeri e contenuti della legge di bilancio con il nuovo deficit al 2,04 per cento.

Tornando a Piazza Affari, male in avvio PIRELLI (-1,5%) e FERRAGAMO (-1,7%), quest’ultima appesantita dal downgrade di Morgan Stanley da equalweight a underweight. Deboli anche i petroliferi SAIPEM (-0,9%), TENARIS (-0,9%) ed ENI (-0,5%), mentre avanzano leggermente MONCLER (+0,6%) e BUZZI UNICEM (+0,3%).

Poco mossa TELECOM ITALIA (-0,1%), dopo che lo scorso venerdì Vivendi ha scritto al Cda, esprimendo la propria richiesta di convocare un’assemblea al più presto per nominare i nuovi revisori e per mettere in agenda una votazione sulla revoca dei cinque membri del board presenti nella lista Elliott.