Snam – TAP: il punto a un anno dall’inizio della costruzione

Esattamente un anno fa incominciava la costruzione del gasdotto TAP (Trans Adriatic Pipeline), uno dei progetti infrastrutturali energetici più grandi e maggiormente strategici dell’Europa. I lavori di costruzione nei tre paesi ospitanti (Grecia, Albania e Italia) sono in linea con le tempistiche prospettate e con il budget.

Al momento il progetto risulta completato al 41% circa. Il primo gas verrà trasportato dal TAP nel 2020, diventando parte attiva nella rete energetica europea e consentendo maggior competitività e sicurezza del settore.

Il 68,5% dei 55mila tubi che verranno usati per la costruzione del gasdotto sono già stati ricevuti nei tre paesi; inoltre, il 22,6% dei tubi in acciaio saldati è già in terra e gli appaltatori hanno completato il 49% circa del percorso in Grecia e Albania (371 km su 765 km). Il consorzio TAP ha un programma altrettanto ambizioso per i prossimi 12 mesi ed entro maggio 2018 intende avere approssimativamente il 67% dei tubi saldati posti nel suolo.

Si rammenta che a regime il TAP trasporterà annualmente in Europa 8 miliardi di metri cubi di gas proveniente dal Mar Caspio, precisamente dal gigantesco campo Shah Deniz II in Azerbaigian. Il TAP è lungo circa 878 km e collegherà il gasdotto TANAP (Trans Anatolian Pipeline) al confine turco-greco, attraversando la Grecia, l’Albania e il Mar Adriatico, per poi approdare sulle coste della Puglia.

Il TAP potrà facilitare l’approvvigionamento di gas a diversi paesi dell’Europa sudorientale, tra cui Bulgaria, Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Croazia e altri. Inoltre, il passaggio in Italia offre ulteriori opportunità per il trasporto del gas naturale del Mar Caspio ad alcuni dei più grandi mercati energetici europei, come Germania, Francia, Regno Unito, Svizzera e Austria. Le prime vendite di gas verso Georgia e Turchia sono attese entro la fine del 2018, mentre le prime consegne in Europa saranno intorno all’inizio del 2020.

L’azionariato del consorzio TAP è così composto: la britannica BP, l’azera SOCAR e l’italiana Snam hanno una quota del 20% ciascuna, la belga Fluxys con il 19%, la spagnola Enagás con il 16% e l’elvetica Axpo con il 5 per cento. L’investimento di Snam per lo sviluppo di questo gasdotto in Italia è stimato in circa 100 milioni entro il 2018 e in 1,5-1,7 miliardi nel biennio 2019-2020.