Fca – Affonda in borsa su dazi Usa, immatricolazioni e dossier MM

Mattinata pesante per il titolo a Piazza Affari che intorno alle 11:00 segna un -5,6% in area 16,1 euro rispetto al -2,4% dell’indice settoriale europeo e al -1,9% del Ftse Mib.

Ad influire sulla performance borsistica negativa di Fca contribuiscono diversi fattori, a partire dai timori di un aumento dei costi delle materie prime dopo l’annuncio di Donald Trump dell’intenzione di imporre dazi sull’acciaio e sull’alluminio.

Una notizia che ha appesantito l’automotive prima ieri a Wall Street, con il titolo Fca che ha chiuso in rosso del 2,8%, e poi mandato al tappeto il comparto europeo stamane.

A ciò si aggiungono i dati negativi sulle immatricolazioni di febbraio sia in Usa che in Italia. Se da una parte però negli Stati Uniti (mercato che rappresenta circa il 50% dei volumi del gruppo e circa il 60% del fatturato)  Fca ha registrato una flessione (-1%) inferiore alle attese (-11%) e al mercato (-2%), in Italia le indicazioni sono state piuttosto negative.

Nel mercato domestico, che rappresenta oltre il 10% dei volumi totali, Fca a febbraio ha segnato un -10,8%, contro il -1,4% del settore, penalizzato soprattutto dal crollo del 17% del marchio Fiat, anche se il mix dovrebbe essere sostenuto dalle buone performance del marchio Jeep (+78%) e Alfa Romeo (+19%).

Infine resta aperta la questione della separazione Magneti Marelli, dopo che il gruppo ha comunicato lo slittamento al secondo trimestre del cda per valutare le opzioni sulla controllata della componentistica.

Un rinvio che non sembra essere piaciuto al mercato, che non ha apprezzato nemmeno l’indicazione del comunicato sul fatto che non esiste garanzia che l’esame del potenziale scorporo abbia come risultato la decisione di intraprendere l’operazione.

Il gruppo starebbe valutando infatti diversi scenari, con le indiscrezioni che parlano di possibili interessamenti del fondo americano Bain, di gruppi cinesi e di una cordata italiana. sebbene il mercato sembri privilegiare l’opzione di uno spin-off poiché garantirebbe la massimizzazione del valore per gli azionisti.