La società di asset management ha archiviato il primo trimestre 2018 con ricavi in calo a 182,3 milioni (-15,1% rispetto al periodo di confronto), per il venire meno delle commissioni di performance registrate nel 2017. Ridotto anche il reddito operativo a 38,8 milioni e di conseguenza anche l’utile netto, pari a 26,4 milioni (-63,8% annuo).
La volatilità dei mercati ha chiaramente impattato sui conti di Azimut. Il cda della società del risparmio gestito ha approvato i conti dei primi tre mesi, che evidenziano una contrazione dei ricavi commissionali per il venire meno della componente variabile e un incremento dei costi che ha portato a una riduzione della redditività.
“L’incertezza e l’elevata volatilità dei mercati in questi primi mesi del 2018 hanno penalizzato i risultati del periodo, incidendo maggiormente sulle commissioni variabili. Tuttavia, forti della nostra solidità e flessibilità del modello di business, guardiamo con fiducia al prosieguo dell’anno, continuando a creare valore per i nostri azionisti” ha commentato il Ceo Sergio Albarelli, aggiungendo che ”la recente assemblea dei soci ha difatti deliberato la distribuzione di un dividendo di 2 euro per azione, equivalente a un pay-out superiore al 100% e con il più alto yield delle società dell’indice Ftse Mib.”
Nella tabella seguente riportiamo il conto economico del gruppo Azimut.
Il totale dei ricavi si è attestato a 182,3 milioni (-15,1% annuo), calo determinato soprattutto dal venire meno delle performace fee passate dai 49,5 milioni del primo trimestre 2017 a 9,6 milioni. Le commissioni ricorrenti, invece hanno mostrato un buon tasso di crescita con un incremento del 5,5% a 156,3 milioni rispetto ai primi tre mesi dei 2017. In aumento anche i ricavi assicurativi a 12,5 milioni (+6% rispetto al periodo di confronto), mentre gli altri ricavi sono scesi a 3,9 milioni (-25,2% rispetto al primo trimestre 2017).
I costi di acquisizione hanno segnato un incremento annuo del 7,7% a 90,9 milioni, determinando una contrazione del margine lordo a 91,4 milioni (-29,9% rispetto al periodo gennaio-marzo 2017).
In crescita del 15,8% il costo del personale a 22,7 milioni rispetto ai primi tre mesi del 2017, accompagnato da un aumento del 9,9% annuo degli altri costi operativi a 30 milioni. Il totale dei costi è salito cosi del 12,4% a 52,6 milioni rispetto al corrispondente periodo del 2017.
Tali dinamiche hanno portato ad un reddito operativo pari a 38,8 milioni (-53,6% rispetto ai primi tre mesi del 2017).
Dopo oneri finanziari per 5,8 milioni (+77% annuo), costi straordinari per 0,6 milioni (-6,7% rispetto al primo trimestre 2019), imposte per 1,7 milioni (-63,7% rispetto ai primi tre mesi del 2017) e minorities per 3,9 milioni, l’utile netto si è fissato a 26,4 milioni (72,9 milioni nel periodo gennaio-marzo 2017).
Nella tabella seguente riportiamo lo stato patrimoniale del gruppo Azimut.
La posizione finanziaria fetta consolidata al 31 marzo 2018 risulta positiva per circa 130,4 milioni, sostanzialmente in linea rispetto ai 134,9 milioni di fine dicembre 2017. Si ricorda che l’assemblea dei soci ha approvato la distribuzione di un dividendo di 2 euro per azione al lordo delle ritenute di legge (rispetto a 1 euro per azione del 2016). Il dividendo sarà pagato per il 50% in contanti e per il rimanente 50% in azioni proprie detenute in portafoglio dalla società.
Infine, si rileva che resta positiva l’attività di reclutamento in Italia di consulenti finanziari e private banker: nel primo trimestre del 2018 il gruppo e le sue divisioni hanno registrato 41 nuovi ingressi, portando il totale a fine marzo a 1.656 unità.