Perde l’1,5% il Ftse Italia Media nell’ottava dal 7 all’11 maggio, sottoperformando sia l’indice europeo di riferimento (+0,2%) sia il Ftse Mib (-0,7%) che ha segnato un andamento contrastante a causa delle incertezze di carattere politico nel nostro Paese, ancora in attesa di un Governo.
A livello settoriale, l’Ads ha comunicato il dato relativo alla diffusione dei quotidiani, dei settimanali durante il mese di marzo e dei mensili per il mese di febbraio, mentre l’Fcp ha divulgato il dato relativo agli investimenti pubblicitari sulla Go Tv nel mese di marzo, cresciuti oltre il 30 per cento. Nella giornata di giovedì, Nielsen ha pubblicato il dato relativo agli investimenti pubblicitari nel mese di marzo, scesi dello 0,2 per cento.
Non si è placata la disputa sui diritti tv per la Serie A per il triennio 2018-21 che, dopo la sospensione delle trattative annunciata mercoledì dal Tribunale di Milano a seguito dell’appello mosso da Sky Italia relativo all’allineamento dell’offerta proposta da Mediapro alle leggi dell’antitrust italiano, concedeva 15 giorni di tempo all’operatore spagnolo per presentare ricorso, confermato nella serata di giovedì dalla società catalana.
Retrocede del 2,4% Mediaset. Il gruppo del Biscione ha stretto un accordo con Tim per la trasmissione dei canali in chiaro di Mediaset e la relativa programmazione resa disponibile online degli ultimi 7 giorni, ai clienti Tim Vision a partire da gennaio 2019. L’operazione dovrebbe portare nelle casse della società di Cologno all’incirca 40 milioni in tre anni.
Chiude in progresso dello 0,8% Rcs Mediagroup. Il gruppo editoriale milanese ha chiuso i primi tre mesi 2018 con ricavi sostanzialmente stabili e il balzo della gestione operativa.
Tra le società a minore capitalizzazione, brilla Mondo Tv (+4,5%). La società ha comunicato di aver sottoscritto due contratti di licenza per due serie della library attraverso la controllata spagnola del gruppo.
Chiude in calo dell’1,2% Italiaonline dopo i conti relativi ai primi tre mesi 2018. Periodo chiuso con ricavi sostanzialmente stabili e la crescita del 22% dell’Ebitda.