Il board di doBank ha approvato il piano industriale 2018-2020, che si basa su una strategica ridefinizione societaria del gruppo tesa a far sì che, dal 2019, lo stesso prenderà la forma di una società di servizi di servicing quotata. Le direttrici di crescita sono caratterizzate da un sensibile miglioramento della profittabilità e da un’elevata generazione di cassa. Il tutto continuando a far leva sul posizionamento distintivo nel credit servicing.
Il cda di doBank ha dato il via libera al nuovo piano strategico 2018/20, fondato sulla ridefinizione societaria del gruppo volta a far sì che, dal 2019, lo stesso assuma la forma di una società di servicing quotata.
La nuova struttura organizzativa delineata è più coerente con il business mix di doBank, che vede la quasi totalità dei suoi ricavi derivare da attività di servicing e solo in maniera marginale dall’attività bancaria, allineandolo ai peer europei.
Tutto questo consente di rimuovere rilevanti limiti all’utilizzo del capitale e di ottimizzare la struttura finanziaria, fornendo un’ulteriore leva di crescita e permettendo importanti efficienze di costo, anche in termini di oneri fiscali.
In riferimento al profilo operativo, il piano conferma le direttrici di crescita che hanno portato alla quotazione in Borsa e al raggiungimento di risultati caratterizzati da un sensibile miglioramento della profittabilità e da un’elevata generazione di cassa.
All’attività di servicing tradizionale sugli Npl si affiancano nuove opportunità come il settore degli Utp ed il mercato greco.
La nuova struttura societaria
Pe rendere la struttura del più coerente con il business mix di doBank, nonché per difenderne la competitività rispetto agli altri player del mercato di riferimento, è stato avviato un rilevante processo di riorganizzazione societaria che vedrà doBank, nel 2019, prendere la forma di una società di servicing, cessando dunque di essere un gruppo bancario.
La nuova struttura prevede al vertice, come capogruppo, una società operativa specializzata in attività di special servicing e servizi di real estate, tramite la fusione di doReal Estate nella capogruppo stessa.
Questa società, la cui denominazione sarà definita a seguito dell’ottenimento delle autorizzazioni regolatorie, deterrà il 100% del capitale delle seguenti società:
- Italfondiario, che si specializzerà in attività di master servicing e cash management, dopo il trasferimento da parte di doBank del compendio aziendale di tali attività e della contestuale scissione parziale a favore di doBank avente per oggetto le attività di special servicing non regolamentate;
- doSolutions, in continuità con la mission della società quale shared service center e polo tecnologico del gruppo;
- doData in continuità con la sua mission di fornire servizi di business information e data quality management specifici per Npl;
- banca di nuova costituzione, denominata a sua volta doBank, a cui sarà trasferita l’azienda bancaria e svolgerà servizi bancari correlati e di supporto all’attività di servicing, con un modello di business capital-light.
Si prevede che il processo sarà completato nei primi mesi del 2019 ed avrà efficacia per l’intero anno fiscale 2019, dopo il via libera della Banca d’Italia e della Bce.
La nuova struttura organizzativa
Il cda ha anche approvato una nuova struttura organizzativa che si pone l’obiettivo di semplificare e rendere più rapidi i processi decisionali.
In particolare, la nuova organizzazione prevede una riduzione delle funzioni direttamente a riporto del Ceo e la creazione di tre direzioni volte a migliorare i processi decisionali e l’efficienza:
- direzione servicing, con diretta responsabilità dello sviluppo e gestione del core business e dei servizi ancillari specializzati a supporto del credit servicing, a cui fanno capo sia le funzioni di business in doBank che le controllate Italfondiario, doReal Estate, doData e la branch doBank Hellas.
- direzione Utp & banking, con diretta responsabilità dello sviluppo e gestione dei servizi bancari specializzati e degli Utp.
- direzione operations, con diretta responsabilità di tutte le funzioni a supporto del business, a cui fanno capo la controllata doSolutions, ICT Governance & Innovation, Resources & Transformation e Procurement & Facility.
Le principali linee strategiche del piano
Il piano industriale si basa su tre driver di crescita:
- rafforzamento della leadership di mercato nel servicing di bad loans e Utp in Italia, dove sono attesi nuovi portafogli di sofferenze in gestione per circa 15 miliardi lordi nel triennio 2018/20 e significativi nuovi mandati sugli Utp dal 2019;
- crescita nel servicing di Npl in Grecia, in aggiunta al mandato di 1,8 miliardi lordi attualmente in fase finale di negoziazione in esclusiva con le quattro banche sistemiche greche;
- investimenti in IT e piano di riduzione dei costi per migliorare l’efficienza del gruppo ed introdurre importanti innovazioni tecnologiche.
Rafforzamento della leadership nel servicing di Npl e Utp in Italia
Il gruppo punta ad accrescere la propria quota di mercato nel servicing di Npl e Utp in Italia. Il target del gruppo è l’acquisizione di nuovi mandati di servicing di sofferenze pari a circa 15 miliardi lordi nel triennio 2018-2020. Di questi una quota compresa tra i 3 miliardi e 5 miliardi dovrebbe arrivare già nel 2018, in aggiunta ai 12 miliardi già annunciati nei risultati al 31 marzo 2018.
Il gruppo punta anche sul mercato degli Utp, settore nel quale intende acquisire nuovi mandati di gestione in aggiunta ai circa 2 miliardi di fine 2017 e che rappresenterà circa il 15% dei ricavi di gruppo nel 2020.
Il mercato del servicing indipendente di Npl e Utp in Italia è previsto raggiunga circa 260 miliardi nel 2018, da circa 175 miliardi del 2017, per poi superare i 265 miliardi nel 2020.
Sviluppo del mercato del servicing greco
doBank punta a crescere nel mercato del servicing greco attraverso l’acquisizione di nuovi mandati di gestione in aggiunta a quello da 1,8 miliardi lordo attualmente nella fase finale di negoziazione in esclusiva con le quattro banche sistemiche locali e tramite lo sviluppo della branch locale doBank Hellas.
Per le dimensioni dello stock di Npl del sistema bancario, pari a circa 100 miliardi a fine 2017, e gli ambiziosi obiettivi di riduzione con un target previsto pari a circa 65 miliardi (GBV) al 2019, il mercato del servicing greco rappresenta un’importante opportunità di sviluppo per il gruppo.
Riduzione dei costi e investimenti in IT
Il gruppo mira punta a ridurre i costi allo scopo di migliorare l’efficienza, anche con significativi investimenti in innovazione tecnologica.
Nel 2018 sono previsti investimenti di gruppo per circa 14 milioni, che i ridurranno progressivamente a circa 5 milioni nel 2020.
I target economico/finanziari al 2020
Gli obiettivi economico/finanziari del piano evidenziano al 2020 ricavi lordi in crescita ad un Cagr 2017/20 compreso tra l’8% e il 9% e Ebitda che sale ad un Cagr di oltre il 15% in arco di piano. Inoltre, l’utile per azione è atteso in aumento a tassi di crescita superiori rispetto all’Ebitda.
Per il solo 2018 i ricavi dovrebbero superare i 230 milioni (213 milioni nel 2017), gli incassi oltrepassare i 2 miliardi (1,8 miliardi nel 2017) e l’Ebitda margin ordinario dovrebbe migliorare.
Il business plan – sottolinea la nota societaria – “conferma infine l’obiettivo di un’elevata remunerazione degli azionisti attraverso un dividend pay-out ratio pari almeno al 65% dell’utile consolidato ordinario e la massimizzazione della possibilità di sfruttare la leva finanziaria inerente nella nuova struttura di Gruppo al fine di supportare la crescita tramite opportunità di M&A”.