Vola questo pomeriggio il settore Oil & Gas, sostenuto dallo sprint del greggio tornato a correre in scia al raggiungimento di un accordo in seno all’Opec per un aumento dell’output di petrolio a partire dal prossimo 1° luglio, avvenimento che ha rassicurato i mercati.
I futures sul greggio stanno infatti confermando la corsa iniziata questa mattina, con il Wti a 67,6 dollari/barile (+3,1%) e il Brent a 74,6 dollari/barile (+2,1%).
Le quotazioni stanno facendo volare il Ftse Italia Petrolio e Gas Naturale a +2,4%, in scia agli acquisti che premiano le tre big di Piazza Affari Eni (+2,4%), Tenaris (+3,9%) e Saipem (+3,9%), fra i migliori titoli del Ftse Mib.
Dopo una settimana di discussioni e dichiarazioni discordanti, l’Opec si è accordata per raggiungere l’obiettivo di rispettare al 100% il target sul taglio della produzione stabilito nel 2016, ovvero una riduzione 1,8 milioni, superato nel corso del mese di maggio per effetto del collasso dell’output venezuelano.
In sostanza, si dovrebbe trattare, secondo quanto affermato dai sauditi, di un aumento nominale della produzione di greggio di 1 milione di barili/giorno, mentre per quanto riguarda l’incremento reale le fonti sono discordanti e variano da 600 a 750 mila barili/giorno.
L’aumento non sarà uguale per tutti, ma sarà bilanciato sulla reale capacità produttiva di ogni Paese membro.
Secondo alcuni analisti però il maggiore output potrebbe non essere sufficiente nel momento di picco della domanda, generalmente il terzo trimestre, e potrebbe generare un brusco calo delle scorte. Effetto che poi potrebbe peggiorare da novembre con l’ingresso delle sanzioni Usa sull’export di greggio iraniano.
L’accordo è stato raggiunto grazie all’incontro bilaterale di questa mattina tra Arabia Saudita e Iran, che sono riuscite a trovare una soluzione dopo che Teheran aveva abbandonato la riunione in disaccordo con la proposta di Riad.
Il deal dovrà essere ratificato domani dall’Opec+, con l’aggiunta dunque degli alleati dell’organizzazione come la Russia.
L’appuntamento ora è fissato per settembre, quando è previsto un nuovo incontro del Joint Ministerial Monitoring Committee, dal quale potrebbero emergere ulteriori modifiche all’indirizzo dell’Opec.