Il Ftse Italia Banche chiude con un rosso dell’1,6% e facendo peggio rispetto all’analogo europeo (-0,4%), non impendendo però al Ftse Mib (+0,6%), grazie alla buona performance dei titoli petroliferi, di terminare in rialzo. Quest’ultimo, almeno per un giorno, sembra avere messo da parte le varie questioni in ballo tra Italia ed Unione Europea e le tensioni commerciali internazionali tra gli Stati Uniti e i principali partner.
In tale contesto lo spread Btp-Bund si restringe in prossimità dei 250 punti base, livello che comunque continua a condizionare l’andamento del comparto bancario, alla terza seduta consecutiva in rosso. In merito al settore creditizio, un’eventuale decisione della Bce sul trattamento dello stock esistente dovrebbe essere posticipata a dopo l’estate, mentre oggi e domani si terrà il Consiglio Europeo, nel quale si tornerà a parlare dell’unione bancaria, anche se non dovrebbero emergere novità di rilievo.
Scattano ancora le vendite sui titoli del listino principale con ribassi compresi tra l’1% e il 2,5%, inclusa Mediobanca (-1,5%). Proseguono le prese di profitto su Banco Bpm (-1,8%) dopo il forte scatto della settimana precedente, con l’Ad Giuseppe Castagna che ha confermato che una decisione sulla piattaforma verrà presa entro l’estate, che potenziali aggregazioni verranno valutate da fine 2019 e che le prospettive sulla jv nella bancassurance con Cattolica sono positive.
Nel Mid Cap continua il trend in ribasso delle ultime sedute per Mps (-1,9%), con il ministro del Tesoro, Giovanni Tria, che ha sottolineato che la banca non resterà pubblica e che molti operatori vedono come oggetto di una possibile fusione in futuro.
Ancora in rosso Credem (-2,1%), nonostante abbia rinnovato la partnership nella bancassurance con Reale Mutua, mentre tiene Popolare Sondrio (-0,1%), in attesa di novità sulle mosse del nuovo Governo sulla riforma delle popolari e della prima riunione del Consiglio di Stato fissata per luglio sulla stessa questione. Arretra nuovamente Creval (-2,5%), in scia ai cali delle ultime sedute.
Tra le Small Cap cede ancora Carige (-1,3%), a causa dello scontro sulla governance e sulla gestione aziendale che ha portato alle dimissioni del presidente Giuseppe Tesauro (per divergenze con l’Ad Paolo Fiorentino) e del consigliere Stefano Lunardi.
Frena Banco Desio (-1,4%), dopo il rialzo di ieri in seguito al completamento della cartolarizzazione di un portafoglio di Npl da 1 miliardo.