Sono scattate le prese di profitto su Prysmian che, intorno alle 15:00, è la peggiore blue chip italiana con un ribasso del 2,6% in area 21,6 euro, rispetto al -0,3% del Ftse Mib.
Le prese di beneficio di oggi seguono il +5,8% con cui le azioni del gruppo milanese hanno terminato la seduta di ieri, caratterizzata da un’accelerazione finale in scia alla pubblicazione dei conti del primo trimestre.
I risultati, pur mostrando una riduzione dei margini operativi e dell’utile a fronte dell’incremento del fatturato, hanno infatti battuto le attese degli analisti. Di conseguenza sono stati confermati i giudizi sul titolo che, secondo i dati da Bloomberg, si suddividono ora in 13 “buy” e 3 “hold” con target price medio a 12 mesi a 26,17 euro, che implica un potenziale upside di circa il 20% rispetto alla quotazione attuale.
Accolte positivamente inoltre la conferma della guidance sull’Ebitda a 860-920 milioni e l’assenza di ulteriori accantonamenti per il Progetto Westernlink, che nelle ultime settimane ha interrotto i collaudi a causa di problemi riscontrati nella sezione di terra.
Secondo gli analisti sono presenti però alcuni ambiti di incertezza come l’annuncio, fatto durante la conference call, di una futura revisione della guidance sull’intebitamento da 2,1 a 2,3-2,5 miliardi, e la riduzione del fatturato dei cavi sottomarini, che hanno riscontrato un rallentamento dell’assegnazione di progetti nel corso del semestre e per i quali è attesa un’accelerazione a partire dal secondo semestre e nel 2019.