Il Ftse Italia Banche chiude con un rosso dell’1,2% e in linea all’omologo europeo (-0,6%), rallentando anche il Ftse Mib (-0,2%).
Il mercato continua ad essere preoccupato della tenuta dei conti pubblici italiani, dopo che nella nota di aggiornamento del Def approvata dal Governo il rapporto deficit/Pil è stato fissato al 2,4% per il prossimo triennio, suscitando i timori dei principali membri della Commissione Europea in merito allo sforamento dei vincoli di bilancio. Il tutto nonostante il premier Giuseppe Conte abbia lanciato messaggi rassicuranti, precisando anche che l’Italia non intende abbandonare l’euro.
In tale contesto lo spread Btp-Bund si amplia ulteriormente in area 290-300 pb (fonte Mts Markets), superando anche tale soglia nel corso della giornata. Tutto questo ha scatenato nuovamente il sell-off sul comparto bancario che, tuttavia, dopo un inizio pesante è riuscita a ridurre le perdite, rimanendo però in territorio negativo. Sulla performance ha impattato anche la decisione di Morgan Stanley di ridurre i target price di alcune banche italiane.
Lettera su tutti i titoli del listino principale, tra i quali Intesa Sanpaolo e Mediobanca riescono però a contenere il ribasso sotto l’1 per cento.
Nel Mid Cap tiene botta Credem (+0,2%), mentre cali più marcati vengono registrati da Popolare Sondrio (-2,2%) e, soprattutto, Mps (-4,3%), che nel frattempo lavora alla valorizzazione della piattaforma informatica. Forti realizzi su Creval (-5,5%), a poco meno di dieci giorni dall’assemblea chiamata a rinnovare il board.
Tra le Small Cap non si arresta il trend negativo di Carige (-1,6%), sempre in scia al timore della necessità di un nuovo aumento di capitale. Resiste meglio Banca Finnat (-0,3%).