Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso del 3,3% e sotto-performando di oltre un punto percentuale l’omologo europeo (-2,2%), portandosi dietro anche il Ftse Mib (-1,7%).
Gli investitori continuano ad essere preoccupati per la tenuta dei conti pubblici italiani. Sentiment amplificatosi dopo la bocciatura della manovra economica varata dal Governo da parte della Commissione Europea.
Ora l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte dispone di tre settimane di tempo (fino al 13 novembre) per apportare delle modifiche. In caso contrario, potrebbe essere attivata la procedura per deficit (o debito eccessivo).
Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, in un’intervista ha ribadito: “La nostra non è di sicuro una strategia espansiva temeraria che mette a rischio la tenuta dei conti pubblici. E nemmeno si basa su ipotesi avventate ma su prospettive reali che saranno generate dalle misure contenute nella manovra”.
In tale contesto lo spread Btp-Bund mantiene in area 320 pb (fonte Mts Markets), penalizzando nuovamente il comparto bancario. Sull’andamento ha pesato anche l’intervento di Moody’s, che ha rivisto al ribasso il rating di alcune delle principali banche italiane dopo il downgrade effettuato sull’Italia.
Intanto, secondo indiscrezioni, sembra confermata nella bozza della Legge di Bilancio di un articolo che spalma in undici anni i crediti d’imposta maturati dalle imprese, in particolare banche, a seguito di operazioni di m&a.
Nello specifico, la manovra stabilisce percentuali precise per dedurre le quote di ammortamento relative ad avviamenti e altre attività immateriali che hanno dato luogo all’iscrizione in bilancio di Dta, le attività per imposte anticipate.
Tali quote sono pari al 5% nel 2019, al 3% nel 2020, al 10% nel 2021, al 12% dal 2022 al 2027, al 5% nel 2028 e nel 2029.
In rosso tutti i titoli del listino principale, tra cui Bper (-2,8%), tra le peggiori nelle due sedute precedenti, e Mediobanca (-3,4%), il cui cda si riunisce oggi per approvare i conti del primo trimestre 2018/19.
Sul Mid Cap in ribasso Credem (-3,4%), su cui Moody’s ha ridotto il rating, Popolare Sondrio (-1,6%) e Creval (-2,1%), di cui Morgan Stanley detiene oltre il 6% del capitale. In caduta libera Mps (-5,6%), sempre al centro dell’attenzione per i possibili impatti sul capitale dell’impennata dello spread.
Tra le Small Cap vendite su Carige (-6,1%) che ha invertito la rotta dopo una gran parte di giornata in territorio positivo, con il cda che ha dato il via libera alla cessione di un portafoglio di Utp pari a circa 366 milioni di valore lordo a Bain Capital Credit. Inoltre, il board approverà le delibere per ripristinare il livello del Total Capital ratio entro il 12 novembre e nel frattempo ha conferito mandato a Ubs in qualità di financial advisor per esplorare la possibilità di alleanze strategiche. Tiene botta Banca Finnat (+0,3%).