Il Ftse Italia Tecnologia ha chiuso la seduta di ieri in ribasso dello 0,7%, sottoperformando l’indice di settore continentale Euro Stoxx Tecnologia (+0,9%) e il Ftse Mib (+1,4%).
Il principale listino milanese ha chiuso mediamente in linea con gli altri benchmark continentali, ben intonati all’indomani del voto di metà mandato in Usa. Nessuna sorpresa dalle urne, con i democratici che hanno riconquistato la Camera e i repubblicani che hanno mantenuto il controllo del Senato.
L’attenzione si sposta ora sulla Fed, che dovrebbe mantenere inalterati i tassi e fornire indicazioni sul rialzo di dicembre e sugli interventi nel 2019. Euro/dollaro in rialzo verso 1,15, spread Btp-bund in calo in area 290 bp.
Tornando a Piazza Affari e in particolare al settore tecnologico, la big cap Stm archivia gli scambi in calo dell’1,2%, mentre la tlc Telecom Italia termina a +0,7% alla viglia del Cda sui risultati. Diffusi inoltre i dati al 30 settembre della controllata Tim Brasil, in miglioramento rispetto al 2017.
Per quanto riguarda il comparto delle telecomunicazioni, secondo Moody’s gli investimenti non subiranno una crescita ulteriore nei prossimi due anni, data la mancanza di chiarezza da parte degli operatori.
Positiva la mid cap Reply (+0,5%), fra le small cap acquisti soprattutto su Tiscali (+17,2%) in scia ai rumors secondo cui Fastweb avrebbe alzato la propria offerta per alcuni asset della società sarda, nonostante le precisazioni di quest’ultima.
In evidenza pure Eurotech (+11,7%) che diffonderà i risultati il prossimo 13 novembre.
Recupera dai minimi del 2018 Sesa (+4%), segno meno per Tecnoinvestimenti (-0,9%) che ha cambiato nome in Tinexta.
In rosso Txt (-1,4%), che ha chiuso i primi 9 mesi dell’anno con ricavi ed Ebitda in aumento.
Invariata infine Tas che ha sviluppato in partnership con Banca Popolare di Sondrio una soluzione per accettare pagamenti pagoPA direttamente da dispositivi POS.