Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso la seduta in positivo dello 0,6%, in sovraperformando il corrispondente indice europeo di riferimento (+0,2%), ma tuttavia ben al di sotto del Ftse Mib (+1,4%)
Sul fronte obbligazionario, nessun particolare impatto dal verdetto finale sulla manovra italiana, il cui esito era già stato ampiamente anticipato e scontato al tempo stesso dal mercato. I rendimenti sui titoli di stato italiano sono scesi nel corso della giornata mentre lo spread verso il Bund tedesco si è attestato a 310 punti (-16pb).
Tra le Big, la migliore è stata Enel (+1,3%). Dalle comunicazioni diffuse da Consob sulle partecipazioni rilevanti emerge che lo scorso 16 novembre il 3,046% del capitale di Enel è detenuto da Norges Bank.
Si segnala inoltre che la controllata spagnola Endesa ha presentato il piano strategico 2019-2021, con investimenti netti per 6,4 miliardi destinati soprattutto alle energie rinnovabili, quali eolico solare ed idroelettrico. Un impegno che comporterà un incremento di oltre il 30% di capacità installata da fonti rinnovabili al 2021.
Italgas ha chiuso in sostanziale parità (+0,1%).
In flessione Snam (-0,3%), che a seguito degli acquisti effettuati, considerando le azioni già in portafoglio, al 20 novembre 2018 Snam detiene n. 157.813.169 azioni proprie, pari al 4,55% del capitale sociale.
A2A ha ceduto l’1,7 per cento.
Tra i titoli a media capitalizzazione, unica positiva, seppure debole, Acea (+0,2%).
Segue Erg (-0,2%), che ha sottoscritto due contratti di finanziamento ESG senior unsecured, ciascuno per un importo fino a 120 milioni, con Credit Agricole Corporate and Investment Banking (“CACIB”) e con BNL Gruppo BNP Paribas.
Iren ha lasciato sul terreno il 2,3 per cento.
Tra le Small Cap, bene Edison (+1,5%). In coda K.R. Energy che ha ceduto il 7,7 per cento.