Il Ftse Italia Banche chiude con un moderato ribasso dello 0,2% ma tenendo meglio dell’omologo europeo (-1%), frenando anche il Ftse Mib (-0,7%).
L’attenzione degli investitori continua ad essere rivolta alla tenuta dei conti pubblici italiani. La Commissione Europea, come ci si aspettava, ha bocciato anche la nuova versione della legge di Bilancio inviata dal Governo italiano lo scorso 13 novembre e in cui aveva lasciato invariati i principali target fissati.
“Nel momento in cui l’interlocuzione con Bruxelles si rivelerà fruttuosa, quando verrà meno il clima che ci attribuisce una ribellione verso le regole europee e quando si capirà che è una manovra orientata a realizzare le premesse per far crescere il paese, lo spread scenderà”, ha affermato il premier, Giuseppe Conte.
“Uno spread elevato non ci aiuta, però dobbiamo lavorare tutti affinché si possa rasserenare questo clima. Nel momento in cui questo clima sarà rasserenato gli investitori avranno più fiducia in quello che stiamo facendo”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.
“L’Italia chiederà tempi di attuazione molto distesi se l’Ecofin, accogliendo la proposta della Commissione Europea, dovesse formalizzare la procedura di infrazione per deficit eccessivo dovuta al calo insufficiente del rapporto debito/Pil. Questo tempo ci servirà per consentire alla manovra economica di produrre i suoi effetti sulla crescita e, grazie a questo, di ridurre il debito pubblico”, ha fatto inoltre presente Conte.
In tale scenario lo spread Btp-Bund scende ancora a 305 punti base dopo essersi ristretto a 310 pb nella seduta di mercoledì (fonte Mts Markets), consentendo al comparto bancario di contenere le perdite.
Seduta contrastata per i titoli del listino principale, con Banco Bpm (+3%) ancora in luce dopo le indiscrezioni sul riassetto del credito al consumo e sul rafforzamento dell’asse con Cattolica Assicurazioni. Sulla parità Intesa Sanpaolo, con il presidente della Compagnia di Sanpaolo (primo azionista della banca con il 6,79%) che alla stampa ha fatto presente che c’è ancora tempo per ragionare sul rinnovo della governance che avverrà nella primavera del 2019.
Sul Mid Cap vendite su Credem (-1,4%) e Popolare Sondrio (-0,9%), mentre tengono Creval (flat) e Mps (+0,1%), con quest’ultima che resta sotto osservazione per i possibili impatti sulla solidità patrimoniale legati all’andamento dello spread.
Tra le Small Cap termina ancora invariata Carige che quota intorno a 0,002 euro, con il cda che convocato l’assemblea per il prossimo 22 dicembre per approvare l’aumento di capitale a 400 milioni e proposto il raggruppamento delle azioni nel rapporto di una a 1.000, nonché la facoltà di convertire quelle di risparmio in ordinarie. Nuova seduta positiva per Banca Finnat (+1,1%).