Il prossimo 20 dicembre il board di Bper dovrebbe riunirsi per fare il punto sul nuovo piano industriale, che i vertici dovrebbero presentare a inizio 2019, presumibilmente tra metà gennaio e inizio febbraio.
È quanto riportano rumor di stampa. La presentazione del piano, inizialmente fissata per dopo l’estate, è slittata a seguito dell’incertezza riferita al quadro politico che ha provocato l’allargamento dello spread. Inoltre, sempre secondo indiscrezioni, il rinvio è stato dovuto anche al fatto che la banca emiliana voleva definire alcune operazioni straordinarie.
E, tra le altre cose, proprio queste ultime dovrebbero essere oggetto di discussione della suddetta riunione del board. Una riguarda l’acquisto del 40% di Arca Holding detenuto dalle ex venete, per cui è stata presentata una proposta congiunta insieme a Popolare Sondrio per cui si attende una risposta dai commissari liquidatori che potrebbe arrivare a inizio 2019.
Un’altra operazione straordinaria fa riferimento all’acquisto del restante 49% di Banco di Sardegna, di cui Bper detiene il 51%, dall’omonima fondazione, con cui sono in corso le trattative che potrebbero essere finalizzate tramite uno swap che consenta all’ente sardo di rilevare azioni della capogruppo.
Infine, l’ultimo dossier riguarderebbe l’acquisto di Unipol Banca da Unipol. Deal che, nel caso i negoziati procedessero spediti, potrebbe essere annunciata in concomitanza con la diffusione del piano. L’operazione consentirebbe alla banca modenese di rafforzare la propria presenza commerciale, oltre che rafforzare l’asse con Unipol, primo azionista di Bper con una quota di poco oltre il 15% e con cui è in essere una partnership nella bancassurance.
Dal punto di vista operativo, il cda dovrebbe fare il punto anche sul de-risking, che potrebbe prevedere, sempre secondo rumor di stampa, la riduzione dello stock di Npl di altri 1,9 miliardi oltre a quelle già programmate/finalizzate. Lo stesso Ad di Unipol, Carlo Cimbri ha chiesto un’accelerazione in tal senso.
L’altro punto chiave riguarda l’ulteriore riduzione dei costi, con il cost/income che nelle intenzioni dovrebbe scendere sotto il 60%, chiudendo ulteriori sportelli.