Banche – Settimana flat, tonica Intesa SP (+1,6%) e male Bper (-4,5%)

Il Ftse Italia Banche chiude l’ottava sulla parità e poco al di sotto dell’omologo europeo (+0,5%), contribuendo alla performance positiva del Ftse Mib (+0,9%).

L’attenzione degli investitori continua ad essere rivolta alla tenuta dei conti pubblici italiani. Il mercato resta in attesa di capire se alla fine si arriverà a un accordo tra Commissione Europea e Governo italiano sulla legge di Bilancio, in modo da evitare l’avvio di una formale procedura d’infrazione contro Roma da parte di Bruxelles.

Il tutto dopo che nel corso dell’incontro tenutosi mercoledì tra il premier, Giuseppe Conte, e il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker, lo stesso presidente del Consiglio ha confermato la proposta di ridurre, nell’ambito della manovra economica, il rapporto deficit/Pil per il 2019 al 2,04% dal 2,4% inizialmente previsto. Un primo pronunciamento dell’organo comunitario è attesa per mercoledì 19 dicembre.

“La prospettiva di un non accordo non voglio considerarla. Non ho mai avuto toni fuori luogo perché riconosco nell’UE un nostro interlocutore. Io sono confidente che raggiungeremo una soluzione positiva. Non ho mai pensato al 2,4% come una sfida a qualcuno, all’Europa. Avevamo bisogno delle stime tecniche per calcolare esattamente le somme necessarie. Le stime sono arrivate, e il numero finale ha consentito di recuperare risorse”, ha affermato Conte.

“L’Italia non è in Europa con il cappello in mano: ha varato una manovra ben costruita e ben meditata, anche quest’ultimo passaggio non è frutto di un ripensamento dell’ultima ora, ma di un percorso ben costruito. Alla luce delle stime tecniche si e’ imposta doverosamente una revisione del saldo finale perche’ sono state recuperate risorse e affinati alcuni interventi”, ha aggiunto il presidente del Consiglio.

“Siamo un Governo responsabile. La manovra oggettivamente abbiamo registrato una deviazione rispetto agli obiettivi del patto di stabilità. Ma non abbiamo offerto una manovra per rimarcare una posizione politica, per dare vita a uno scontro ideologico. Abbiamo elaborato un esercizio di politica economica che rientra nelle prerogative di uno Stato sovrano, ancorché inquadrato nell’UE. La nostra è una manovra virtuosa”, ha sottolineato il premier.

In tale scenario lo spread Btp-Bund si restringe progressivamente fino a stazionare in area 270 pb (fonte Mts Markets), consentendo al comparto bancario di tenere seppure annullando i guadagni nell’ultima parte della settimana, dopo una prima parte molto positiva. Nel frattempo il presidente della Bce, Mario Draghi, ha fatto presente che l’istituto centrale sta riflettendo sul Tltro.

Ottava contrastata per i titoli del Ftse Mib, tra i quali si mette in luce Intesa Sanpaolo (+1,6%), una delle banche più solide nel panorama italiano ed europeo, mentre frena UniCredit (-1,2%), che secondo indiscrezioni starebbe valutando la cessione di alcuni asset in Austria e il cui Ceo Jean Pierre Mustier in un’intervista ha dichiarato che nei prossimi 3-4 anni non sarà possibile procedere con operazioni di crescita per linee esterne.

Male Bper (-4,5%), nonostante abbia completato il de-risking previsto per quest’anno e stia già lavorando a quello del prossimo. Inoltre, la banca modenese è alle prese con la definizione di alcune operazioni straordinarie prima della presentazione del piano, attesa nei prossimi mesi.

Sul Mid Cap denaro su Credem (+0,8%), mentre le vendite colpiscono Popolare Sondrio (-1,3%) e, soprattutto, Creval (-3,5%) e Mps (-5,4%), con quest’ultima che resta particolarmente monitorata per i possibili impatti sulla solidità patrimoniale legati all’andamento dello spread e che tuttavia presenta un bilancio positivo nell’ultimo mese.

Tra le Small Cap crolla Carige (-11,1%) che quota intorno a 0,002 euro, il cui board sta definendo come procedere con il de-risking e come comportarsi in merito alla vicenda legata alla cessione di Creditis e alla causa riguardante la vendita delle ex controllate assicurative. Tuttavia, Fitch ha confermato il rating a lungo termine sulla banca dopo avere emesso il bond subordinato da 320 milioni.

Sugli scudi Banca Finnat (+4%), che riesce ad azzerare il rosso accumulato nell’ultimo mese.