ll Ftse Italia Servizi Finanziari cede il 5,1% nella settimana dal 17 al 21 dicembre, al di sotto dell’analogo indice europeo (-2,3%), muovendosi in linea al comparto bancario (-6,3%).
Settimana difficile per tutto il settore creditizio, in cui non fanno eccezione le società di gestione. Andamento influenzato dalle vendite registrate sui mercati internazionali che hanno influenzato i maggiori listini. I mercati stanno vivendo in un contesto molto incerto, che non vede fermarsi il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina e non giungono rassicurazioni sul versante Brexit.
Inoltre, la Fed ha ulteriormente incrementato i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale, notizia non ben vista dal mercato azionario statunitense.
Passato in secondo piano il raggiungimento di un accordo tra la Commissione Europea e il Governo italiano sul rapporto deficit/Pil da adottare nella manovra di bilancio, che ha permesso all’Italia di evitare l’avvio di una formale procedura d’infrazione contro Roma da parte di Bruxelles.
L’intesa tra UE e Italia ha comunque ridotto lo spread tra Btp e Bund a circa 250 punti base, il minimo a un mese.
La settimana sotto pressione del settore creditizio si è riflessa anche sui titoli dell’asset management, che ha visto grosse vendite. Ha risentito particolarmente Azimut (-12,2%) a seguito del’uscita dell’Ad Sergio Albarelli che ha risolto il rapporto di lavoro lo scorso 18 dicembre.
Regge Banca Mediolanum (-0,4%) che ha appianato controversie fiscali in Italia. Inoltre, l’Ad Massimo Doris ha dichiarato che la società salderà il dividendo 2018 il prossimo aprile.
Le performance di Banca Generali e Fineco Bank sono state in linea con il settore, rispettivamente a -5,9% e -4,6 per cento. Sotto la parità Poste Italiane (-0,3%).
Vendite su Exor (-4,4%), che si è mossa in scia alla seduta negativa delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap, acquisti su Cerved (+3,9%). doBank, che ha chiuso la settimana in calo dell’8%, è stata oggetto di indiscrezioni di stampa che la vedrebbero impegnata nell’acquisizione di Altamira, un servicer spagnolo con asset under management per un valore di circa 50 miliardi di euro. Vendite non in linea con le buone notizie dell’incarico per la gestione di 0,3 miliardi di Npl in capo a Carige e di 2 miliardi di crediti problematici di Iccrea.
Tra le Small Cap nuova frenata per Banca Intermobiliare (-1,7%), il cui aumento di capitale si è concluso con adesioni di poco superiori al 79 per cento.
In parità Mittel, il cui cda ha convocato l’assemblea per il prossimo gennaio con all’ordine del giorno la nomina integrale di un nuovo board e che ha fatto il punto sull’andamento delle partecipate in portafoglio al 30 settembre.