Tecnologia – Ottava in rosso (-3,2%), sprofondano Exprivia (-13,5%) e Tim (-11%)

Il Ftse Italia Tecnologia ha archiviato la settimana dal 17 al 21 dicembre in calo del 3,2%, limitando i danni rispetto all’indice di settore continentale Euro Stoxx Tecnologia (-5%) ma sottoperformando il Ftse Mib (-2,7%).

Il focus degli investitori si è concentrato prevalentemente sulla riunione della Fed, che mercoledì ha alzato i tassi di un quarto di punto percentuale come da previsioni. Tuttavia la banca centrale americana si è limitata ad abbassare da tre a due il numero di rialzi previsti nel 2019, deludendo gli operatori che si aspettavano una pausa nelle strette monetarie.

Per quanto riguarda l’Italia, l’accordo tra Roma e Bruxelles sulla manovra ha permesso di scongiurare, almeno per il momento, la procedura di infrazione per debito eccesivo, consentendo un recupero dei titoli di Stato su tutta la curva.

Tornando a piazza Affari, la big cap Stm archivia i cinque giorni in ribasso del 2,2%, appesantita in parte dall’outlook deludente di Micron Techonology, mentre lunedì è stato il giorno dello stacco della cedola trimestrale da 0,06 dollari. Inoltre, il produttore di microchip ha siglato con la stessa Micron un accordo per la chiusura dello stabilimento catanese del colosso statunitense con possibile ricollocamento presso lo stabilimento di Stm.

Sprofonda la tlc Telecom Italia (-11%), dopo l’annunciata richiesta di Vivendi di convocare l’assemblea per nominare i nuovi revisori e mettere in agenda la revoca di cinque consiglieri della lista Elliott. Secondo fonti di stampa il fondo americano sarebbe pronto a salire al 10% in vista dell’assemblea, mentre Di Maio ha smentito l’ipotesi che Cdp possa aumentare la propria partecipazione attualmente pari al 5% circa.

Intanto Agcom ha lanciato una consultazione pubblica sul piano di separazione rete di TIM e ridefinito il quadro regolatorio con i prezzi di accesso per il periodo 2019-2021.

Da segnalare l’accordo con LG e l’intesa con Sony per il 5G, mentre è stata completata la copertura di San Marino in collaborazione con Nokia.

Male anche la mid cap Reply (-10,8%), mentre fra le small cap avanza Tas (+14,9%), che ha sottoscritto un accordo per l’estinzione del debito con le banche finanziatrici e ha finalizzato un’acquisizione in Serbia.

Poco mossa Tinexta (-0,2%) che ha perfezionato la fusione per incorporazione di Lextel SpA e di ISI – Sviluppo Informatico Srl in Visura SpA.

Sottotono Exprivia (-13,5%), che ha preannunciato una possibile oscillazione in diminuzione di circa il 15% della marginalità rispetto all’obiettivo del piano per il 2018. Banca Akros ha tagliato il target price sul titolo da 1,8 a 1,65 euro.

Male pure Tiscali (11,7%) e Digital Bros (-9,4%), su cui Alantra ha tagliato il target price da 15 a 10 euro pur confermando la raccomandazione “buy” e definendo il titolo “eccessivamente punito” per la vicenda Starbreeze.

Debole anche Retelit (-8,7%), che ha diffuso le guidance per il 2019 e ha approvato un piano di incentivazione rivolto agli amministratori esecutivi e ai dirigenti con responsabilità strategiche.

Variazione più contenuta per Sesa (-2,6%) che ha registrato una forte accelerazione della crescita della gestione operativa nel primo semestre dell’anno fiscale al 30 aprile 2019.

Si segnala infine che Softbank ha lanciato la seconda Ipo più grande della storia con la quotazione della sussidiaria tlc e ha raccolto 23,5 miliardi di dollari che saranno impiegati dal ceo del gruppo, Masayoshi Son, per ridurre il debito e sfruttare nuove opportunità di investimento nell’hi-tech.