Il Ftse Italia Banche chiude la prima seduta del nuovo anno con un ribasso dell’1,1% e sostanzialmente in linea all’omologo europeo (-0,5%), frenando anche il Ftse Mib (flat).
Il settore creditizio prosegue anche in questo inizio del nuovo anno (seppur riducendo poi in parte le perdite nel finale di seduta) sulla falsariga del 2018 appena archiviato, nonostante lo spread si stia mantenendo sostanzialmente stabile in area 250-255 pb dopo il compromesso trovato nelle scorse settimane tra Commissione Europea e Governo italiano sulla legge di Bilancio, in cui il rapporto deficit/Pil fissato per il 2019 è stato ridotto al 2,04% dal 2,4% inizialmente fissato.
La manovra economica è stata poi approvata prima della fine dell’anno dal Parlamento, evitando così l’esercizio provvisorio. Bruxelles ha fatto comunque sapere che vigilerà su come la legge di Bilancio sarà concretamente applicata.
La seduta di ieri ha risentito soprattutto delle preoccupazioni legate al rallentamento della crescita globale, che ha penalizzato tutte le maggiori Borse del Vecchio Continente e internazionali e che aveva già condizionato le scorse settimane.
Avvio di 2019 sottotono per la gran parte tutti i titoli del Ftse Mib, inclusa Bper (-2%), i cui vertici nei prossimi mesi approveranno il nuovo piano industriale, mentre Banco Bpm (+1%), che ha portato a termine con largo anticipo la pulizia dell’attivo pianificata, riesce piano piano a recuperare fino ad invertire la rotta.
Sul Mid Cap tiene Credem (+0,4%), mentre frenano Popolare Sondrio (-0,7%) e Creval (-1,8%). Ottimo debutto per Mps (+2,3%), che ha accelerato nel de-risking con la cessione di 3,5 miliardi di crediti problematici.
Tra le Small Cap riflettori puntati ancora su Carige che quota intorno a 0,002 euro, con la Consob che ha disposto la sospensione delle negoziazioni nella seduta di ieri in attesa delle decisioni della Bce sul governo societario. Decisioni puntualmente arrivate e che prevedono la messa in amministrazione straordinaria per l’istituto ligure dopo le dimissioni di gran parte del cda. Lo scorso 22 dicembre 2018 l’assemblea non aveva dato il via libera all’aumento di capitale da 400 milioni, per l’astensione dal voto del primo azionista, la famiglia Malacalza, poi convocata dalla stessa Bce dopo i vertici della banca. Il presidente e l’Ad dimissionari, Pietro Modiano e Fabio Innocenzi, sono stati nominati commissari per assicurare continuità nella gestione e nelle altre operazioni in essere. Anche il Governo e le istituzioni cittadine vigilano sulla questione. Acquisti su Banca Finnat (+0,6%).