ll Ftse Italia Servizi Finanziari archivia la prima giornata del 2019 invariato e allineato all’analogo europeo (-0,1%), rallentato dalle vendite sul comparto bancario (-1,1%) e uniformandosi al Ftse Mib (sulla parità).
Partenza da dimenticare nonostante l’accordo raggiunto nelle settimane precedenti tra Roma e Bruxelles sulla manovra economica, nella quale il rapporto deficit/Pil fissato per il 2019 è calato al 2,04% dal 2,4% stabilito all’inizio.
La legge di Bilancio ha poi ricevuto il via libera della Camera prima della fine del 2018, evitando così l’esercizio provvisorio. La Commissione UE ha comunque sottolineato che monitorerà il modo in cui la manovra sarà concretamente applicata.
La giornata di ieri ha risentito soprattutto delle preoccupazioni legate al rallentamento della crescita globale, che ha penalizzato tutti i principali listini europei e internazionali e che aveva già condizionato le scorse settimane.
Il difficile avvio d’anno del settore creditizio si è riflesso parte anche sui titoli dell’asset management, tra i quali si mettono in luce Anima (+1,4%) e Banca Generali (+1,4%), i cui vertici lo scorso 3 dicembre hanno alzato il velo sul nuovo piano industriale.
Lettera su Exor (-0,9%), che si è mossa in scia all’andamento a due velocità delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap resistono Banca Ifis (+0,1%), che ha rilevato un portafoglio di 1,2 miliardi di Npl da Mps, e Cerved (-0,1%). Scatta doBank (+8,2%), dopo l’annuncio dell’acquisto dell’85% del servicer Altamira.
Rally di Banca Intermobiliare (+11,2%), il cui aumento di capitale si è concluso e con il primo azionista Trinity che ha superato l’89% del capitale. Seduta difficile per Mittel (-4%), il cui cda ha convocato l’assemblea per questo mese con all’ordine del giorno la nomina integrale di un nuovo board.