Il Ftse Italia Tecnologia ha archiviato la settimana dal 7 all’11 gennaio in rialzo dell’11%, recuperando terreno dopo le vendite dell’ottava precedente e sovraperformando sia l’indice di settore continentale Euro Stoxx Tecnologia (+4,2%) sia il Ftse Mib (+2,4%).
In settimana l’attenzione si è concentrata prevalentemente sulle trattative fra Stati Uniti e Cina, che hanno fatto dei passi avanti nella direzione di un accordo sul commercio e hanno programmato nuovi incontri per fine mese. L’altro tema caldo resta la politica monetaria, con le nuove rassicurazioni del presidente della Fed, Jerome Powell, su una Fed più flessibile e attenta alle dinamiche dei mercati finanziari nel corso dei prossimi mesi.
Sotto osservazione anche lo scontro fra Trump e i democratici per il finanziamento del muro al confine con il Messico, che ha già provocato uno shutdown parziale di tre settimane. Sul fronte macro sono giunti nuovi segnali di rallentamento per l’economia dell’eurozona e quella cinese, mentre i dati sull’inflazione degli Usa hanno confermato la flessione prevista.
Tornando a piazza Affari, la big cap Stm termina i cinque giorni con un balzo del 12,6%, beneficiando anche del clima più sereno sul fronte dazi. Il titolo ha messo a segno un poderoso rimbalzo dopo una settimana, quella precedente, appesantita dal taglio delle stime di Apple, a cui ha fatto seguito la revisione al ribasso dei conti da parte di Samsung per il quarto trimestre.
Questo nonostante le indiscrezioni di Nikkei Asian Review secondo cui Apple avrebbe deciso di tagliare gli attuali piani di produzione dei nuovi iPhone di circa il 10% nel primo trimestre dell’anno, con una contrazione di oltre il 20% su base annua. Tale richiesta sarebbe stata inviata ai fornitori prima del profit warning dello scorso 2 gennaio e resta la possibilità che le problematiche della Mela possano influire sulla marginalità del colosso dei microchip in vista dei conti del 23 gennaio.
Il colosso dei microchip ha inoltre annunciato un cambio ai vertici della divisione italiana e un accordo pluriennale con Cree nel settore dei wafer in carburo di silicio. Infine, è al lavoro con l’israeliana Arilou Information Security Technologies per sviluppare soluzioni per la cybersicurezza nel settore auto.
Freno tirato per la tlc Tim (-1,1%), in vista del Cda di oggi in cui si profila l’ennesimo scontro fra Elliott e Vivendi. Nel frattempo, l’azienda ha concluso con successo il lancio di un’emissione obbligazionaria a tasso fisso per 1,25 miliardi destinata a investitori istituzionali, con scadenza a 5 anni e 3 mesi e rendimento del 4,125 per cento. Secondo fonti di mercato, inoltre, Inwit e Sparkle sono state separate dalla divisione Infrastrutture guidata da Stefano Siragusa, di cui ora farà parte solo la rete di Telecom Italia.
In rialzo la mid cap Reply (+5%), mentre fra le small cap volano Acotel Group (+24,7%) e Digital Bros (+15,7%), quest’ultima in recupero dai minimi toccati a fine 2018.
Acquisti su Be (+6%) che ha concluso la seconda fase del piano di acquisto di azioni proprie, salite al 2% del capitale sociale. Ben intonata anche Gamenet (+6,5%) che ha avviato un programma di buyback per massime 100.000 azioni.
Sottotono Techedge (-5,9%), debole Gpi (-2,1%) che ha in cantiere alcune operazioni di M&A, come dichiarato dal presidente e Ad Fausto Manzana. Negativa pure Tas (-2,6%) che curerà il rifacimento dell’intero sistema di card management di BNL.
In diminuzione del 2,4% Tiscali che ha annunciato la sottoscrizione di un accordo con i soci di riferimento ICT e Sova Disciplined Equity Fund per l’emissione di un prestito obbligazionario convertibile dall’importo di 10,6 milioni.