Nella settimana dal 14 al 18 gennaio il Ftse Italia Tecnologia ha realizzato un guadagno del 4,6%, sovraperformando l’indice di settore continentale Euro Stoxx Tecnologia (+3,1%) e il Ftse Mib (+2,2%).
L’ottava si è aperta con i dati deboli su importazioni ed esportazioni della Cina, che hanno gettato nuovi dubbi sulla crescita economica globale e della superpotenza asiatica.
Il focus si è concentrato soprattutto sulle vicende legate alla Brexit, con la netta bocciatura, da parte della Camera dei Comuni britannica, dell’accordo tra il premier Theresa May e l’UE. Successivamente la May ha superato una mozione di sfiducia ed è rimasta alla guida del governo per tentare di negoziare un altro accordo in extremis o chiedere il rinvio dell’uscita dall’Unione.
A Wall Street focus sulle trimestrali, sullo shutdown e sui rapporti commerciali con la Cina, in vista degli incontri di fine mese. Nel frattempo, Huawei è tornata nel mirino delle autorità statunitensi per presunti furti di proprietà intellettuali tecnologiche a partner statunitensi.
Tornando a piazza Affari, la big cap Stm termina i cinque giorni con un progresso del 4,7%, nonostante l’outlook deludente per il primo trimestre 2019 del produttore taiwanese di microchip TSMC che ha lievemente frenato il titolo. In settimana, inoltre, il colosso dei semiconduttori ha presentato alcune soluzioni innovative per il segmento automotive in un evento a Tokyo.
In calo la tlc Telecom Italia (-2,4%), appesantita venerdì dall’inattesa revisione al ribasso dei risultati preliminari gestionali relativi all’esercizio 2018 e la previsione di persistenti difficoltà nel primo semestre 2019. Il piano 2019-2021 verrà presentato per l’approvazione del Cda il prossimo 21 febbraio, unitamente ai risultati definitivi del bilancio 2018. Il board ha inoltre convocato un’unica assemblea, il 29 marzo, per l’approvazione dei risultati e per l’esame della richiesta di Vivendi di revocare e sostituire cinque consiglieri.
Nel frattempo, l’Agcom ha diffuso i dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni, secondo cui le linee ultrabroadband sono salite al 41% delle reti fisse totali. Il quadro competitivo degli accessi broadband e ultrabroadband vede Tim quale maggiore operatore con 44,5%, seguito da Vodafone, Fastweb e Wind Tre con quote comprese tra il 14 ed il 15 per cento.
In rialzo la mid cap Reply (+6,7%), mentre fra le small cap gli acquisti premiano soprattutto Sesa (+5,2%), Digital Bros (+5,6%) e Retelit (+6,1%). In calo, invece, Acotel Group (-89,2%) e It Way (-9,8%). Debole Txt (-1,4%) che detiene in proprio il 10,5943% del capitale sociale.
A New York, infine, si segnala che Igt ha siglato un contratto di sette anni con la South Dakota Lottery a seguito di un appalto competitivo.