Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dell’1% e in linea all’omologo europeo (-0,5%), frenando anche il Ftse Mib (-0,5%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, anche a causa dei dubbi sul fatto che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale al termine della tregua fissato per inizio marzo, anche se il presidente americano, Donald Trump, ha espresso ottimismo della questione, e potrebbe prorogare la deadline (di 60 giorni secondo rumor) della tregua nel caso si raggiungesse un accordo di principio.
Le due controparti hanno fatto sapere di avere fatto dei progressi, anche se sono ancora distanti su alcune questioni. I colloqui proseguiranno questa settimana a Washington, dopo quelli di alto livello tenutisi giovedì e venerdì a Pechino.
Per quanto riguarda l’Italia, la stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2018 ha certificato l’entrata in recessione tecnica per l’economia italiana, che hanno portato la Commissione Europea ad abbassare le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno. Anche gli ultimi dato macro pubblicati ieri, fatturato e ordini dell’industria, hanno confermato questo trend.
Sul comparto bancario, anche a causa della risalita dello spread Btp-Bund in area 270 pb (fonte Mts Markets), scattano dunque le prese di beneficio dopo i guadagni degli ultimi giorni a cui hanno contribuito il fatto che i principali istituti italiani presentano già requisiti patrimoniali al di sopra delle richieste della Bce per il 2019 e la possibilità del varo di un nuovo Tltro da parte della Bce a causa del rallentamento economico dell’Eurozona superiore alle attese.
I realizzi scattano su tutti i titoli del Ftse Mib, inclusa Ubi (-3,6%), la migliore della giornata precedente e con la banca che ieri ha collocato con un successo un covered bond da 500 milioni, mentre nel frattempo proseguono le manovre dei grandi azionisti in vista del rinnovo del cda.
Ritraccia ancora, seppure in misura limitata, Bper (-0,1%), già colpita da qualche presa di beneficio lunedì, a poco meno di dieci giorni dalla presentazione del nuovo piano industriale e con l’Ad Alessandro Vandelli che in un’intervista ha fatto il punto dopo le recenti operazioni straordinarie portate a termine.
Sul Mid Cap rallentano Credem (-1%) e Creval (-1,6%), che ha registrato dei cambiamenti nell’assetto azionario, e Popolare Sondrio (-1,3%). Ancora prese di profitto su Mps (-2,4%), dopo i rialzi seguiti alle rassicurazioni fornite dall’Ad Marco Morelli nei giorni scorsi in un road show a Londra.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con i commissari che presenteranno il nuovo piano il prossimo 27 febbraio, mentre continuano i rumor sui potenziali operatori interessati alla banca. Contiene il rosso Banca Finnat (-0,6%).