In una seduta positiva per il FtseMib e per le borse europee il Ftse Media Italia chiude a +1%, inferiore all’Euro Stoxx Tmi Media (+2,6%).
Sul fronte internazionale prevalgono i timori sul buon esito dei negoziati tra Usa e Cina, dopo le parole del rappresentante per il Commercio americano, Robert Lighthizer, su un’imprevedibile conclusione.
A ciò si aggiungono le tensioni geopolitiche, dopo il riaccendersi dello scontro fra India e Pakistan e il vertice in Vietnam tra il presidente statunitense, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong-Un, conclusosi in anticipo senza un accordo sulla denuclearizzazione della penisola coreana.
Buone notizie dall’Osservatorio Fcp Assoradio che ha presentato i dati della raccolta pubblicitaria in radio a gennaio, cresciuta del 2 per cento.
Nelle Mid Cap prevalgono gli acquisti con Cairo Communication e Mondadori Editori, in rialzo rispettivamnte del 2,6% e dell’1,7 per cento.
Più contenuto è stato il progresso di Mediaset (+0,9%).
Tra le Small Cap bene Triboo, che ha messo a segno un +2,9 per cento.
Denaro su Mediacontech, in rialzo dell’1,2 per cento. La società ha reso noto che a gennaio la liquidità netta è ammontata a 7,9 milioni, in lieve calo rispetto agli 8,2 milioni di fine dicembre 2018. Il board ha poi dato il via libera a modificare il Piano Strategico Industriale 2019-2021, già approvato e comunicato al mercato lo scorso 22 gennaio.
Segno negativo su Class Editori (-1,9%). Dai risultati definitivi dell’Offerta Pubblica di Scambio, terminata venerdì 22 febbraio e promossa da Class Editori sulla totalità delle azioni ordinarie Gambero Rosso, è emerso che sono state portate in adesione complessive 1.978.750 azioni, pari al 42,11002% delle azioni oggetto dell’offerta.
Vendite su Il Sole 24 Ore (-2,7%). Martedì la società ha depositato al Tar del Lazio il ricorso per annullare la delibera della Consob del 28 dicembre scorso, con la quale l’Autorità aveva accertato la “non conformità del bilancio consolidato al 31 dicembre 2017 della stessa società alle norme che ne disciplinano la redazione”. Venerdì scorso l’azionista di maggioranza, Confindustria, ha sottoscritto un patto parasociale per il 68,549% del capitale sociale con 53 associazioni ed enti del sistema confindustriale.