Banche – Partenza di slancio (+2,1%), mette il turbo Banco Bpm (+4,7%)

Il Ftse Italia Banche avvia l’ottava con un guadagno del 2,1% e in linea all’analogo europeo (+1,6%), sostenendo anche il Ftse Mib (+0,9%).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale, con l’intesa che potrebbe essere sancita tra i due presidenti, Donald Trump e Xi Jinping, anche se il vertice in principio previsto per fine mese subirà un rinvio, forse a giugno.

Ulteriore incertezza è stata generata dal fronte della Brexit, dopo che il Parlamento britannico ha bocciato sia l’ultima versione dell’accordo raggiunto dal premier, Theresa May, con l’UE, sia l’opzione uscita no-deal. Tuttavia, il Parlamento inglese ha dato il via libera a una proroga della Brexit almeno fino al 30 giugno, dovendo però esprimersi di nuovo il prossimo 20 marzo sull’intesa raggiunta dal primo ministro con la stessa Unione Europea.

Per quanto riguarda l’Italia, l’Istat ha confermato la stima del quarto trimestre 2018 che ha certificato l’entrata in recessione tecnica per l’economia italiana, portando la Commissione Europea ad abbassare le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno e l’Ocse addirittura al -0,2 per cento.

Intanto, l’agenzia Moody’s ha mantenuto fermo a ‘Baa3’ il giudizio sull’Italia, con outlook stabile.

Nei giorno scorsi la Bce ha mantenuto fermi i tassi di interesse e ha fatto sapere che resteranno sui livelli attuali almeno fino a fine 2019. Il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, ha sottolineato come siano state limate le previsioni di crescita dell’Eurozona per quest’anno e il prossimo, a causa di numerosi fattori potenzialmente negativi, inclusa l’Italia.

Il comparto bancario, grazie anche allo spread Btp-Bund sceso in area 235 pb (fonte Mts Markets), ha chiuso un’altra giornata ben intronata. L’andamento è stato supportato anche dalla notizia dell’ufficialità dell’avvio di una discussione formale per una possibile fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank.

Acquisti su tutti i titoli del Ftse Mib, tra i quali preme sull’acceleratore Banco Bpm (+4,7%), con il management concentrato sul ritorno alla redditività. In spolvero Ubi (+2,8%), attualmente focalizzata sul rinnovo del board, e UniCredit (+2,8%), che nei giorni scorsi ha collocato con successo un bond AT1 da 1 miliardo.

Sul Mid Cap risalgono la china Credem (+1,9%), Mps (+1,8%) e Popolare Sondrio (+1,3%). Tonica Creval (+2,1%), che ha ricevuto l’upgrade dei rating da parte di Dbrs.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con i commissari che la settimana scorsa hanno presentato il nuovo piano industriale al 2023, il quale prevede un aumento di capitale da 630 milioni, un target di Npe ratio lordo al 6-7% a fine 2019. Le offerte vincolanti per una possibile aggregazione sono attese entro metà aprile. Rimbalzo di Banca Finnat (+2%).