Salute – Settore a +0,4%, Pierrel (+2,7%) la migliore dopo ok piano 2019/2021

Ieri il Ftse Italia Salute ha riportato un +0,4 per cento, al di sopra sia del corrispondente indice europeo (-2%) sia del Ftse Mib (-0,5%).

Gli investitori hanno mantenuto un atteggiamento prudente in considerazione di alcuni importanti temi e appuntamenti.

Resta infatti alta l’attenzione tra l’altro sulle trattative tra Usa e Cina, a seguito in particolare di nuove indiscrezioni secondo cui ci sarebbero stati dei passi indietro da parte della superpotenza asiatica sul fronte delle politiche di tutela delle proprietà intellettuali promesse agli Stati Uniti.

Positive le Big con Amplifon che ha fatto meglio con un rialzo dell’1 per cento.

Diasorin e Recordati hanno invece chiuso rispettivamente con un +0,3 e un +0,2 per cento.

Deboli entrambe le Mid, BB Biotech (-0,3%) e Sol (-1,6%) mentre tra le Small la migliore è stata Pierrel (+2,7%) il cui Cda ha approvato il piano industriale 2019-2021.

Piano che stima per l’esercizio 2019, ricavi per 22,4 milioni e un Ebitda di 3,7 milioni, dati  entrambi in linea con quelli comunicati al mercato lo scorso 21 febbraio.

Inoltre, ha aggiornato i target per l’esercizio 2020, stimando ricavi per 24,1 milioni, in aumento di circa il 5% rispetto ai 23 milioni comunicati in precedenza, e un Ebitda di 4,6 milioni, con un incremento di circa il 35% rispetto ai 3,4 milioni precedentemente stimati.

Infine, il Cda ha approvato i principali obiettivi economico-finanziari per l’esercizio 2021, che mostrano ricavi a 28,7 milioni e un Ebitda di 6,2 milioni.

A seguire MolMed (+1,1%) che ha ottenuto da AIFA l’autorizzazione ad avviare in Italia la sperimentazione clinica di fase I/IIfirst in man con il proprio CAR-T CD44v6 per il trattamento di pazienti con leucemia mieloide acuta e mieloma multiplo.

Sul fronte internazionale si segnala che il titolo Bayer ha chiuso a Francoforte con un -10,1 per cento.

Ad alimentare le vendite la notizia che il tribunale di San Francisco ha concluso che l’esposizione a Roundup, erbicida a base di glifosato prodotto dalla controllata Monsanto, ha provocato l’insorgere del tumore sofferto da un agricoltore californiano.

Ora la giuria dovrà valutare se l’azienda ha nascosto i rischi per la salute e quali danni dovrà eventualmente risarcire.